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Charleston, il killer: "Volevo la guerra raziale". Lobby armi, "Ci vogliono le pistole in chiesa"

CHARLESTON, 19 GIUGNO 2015 – “Un evento scioccante che ci ricorda come abbiamo ancora molta strada e molto lavoro da fare”, ha detto il presidente Obama in relazione alla strage avvenuta ieri nella chiesa metodista di Charleston, nella Carolina del Sud. Le vittime, nove afroamericani, si trovavano il preghiera, quando il killer è entrato e ha sparato sulla folla.

Dylann Roof, il ventunenne su cui pesano nove capi d’accusa – da omicidio plurimo aggravato a possesso di armi da fuoco – potrebbe essere condannato alla pena di morte. Interrogato dagli inquirenti, il ragazzo ha ammesso di essere stato l’autore della strage e ha aggiunto che le sue intenzioni erano quelle di scatenare una guerra razziale. Entrando in chiesa, Roof avrebbe infatti urlato: “Io lo devo fare, voi violentate le nostre donne e dovete sparire”. Al momento, il killer è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Charleston County e sistemato in una cella in totale isolamento.

Di fronte allo sconcerto per un gesto di follia razziale, la Nra, la più grande lobby di armi degli Usa – chiamata indirettamente in causa da Obama durante il suo discorso – non ha ancora fatto nessun commento. Ma a intervenire è stato uno dei rappresentati più in vista della società, Charles Cotton, ha duramente criticato il pastore della Emmanuel African Methodist Episcopal Church per la sua scelta di non consentire l’uso o il possesso delle armi in chiesa: “Otto persone sarebbero ancora vive se avesse permesso di portare le pistole in chiesa. Innocenti sono morti a causa della sua posizione su una questione politica”. [MORE]

Molto diversa è la posizione di Obama e del suo staff: durante il discorso in onore delle vittime, il presidente ha ribadito come episodi del genere avvengano più frequentemente negli Stati Uniti che altrove proprio a causa della facilità con cui possono essere reperite le armi (non a caso, Roof aveva ricevuto la pistola come regalo di compleanno). D’altronde, era stato lo stesso Obama a pensare a una riforma in merito all’importo d’armi. Riforma che, però, non è stata mai realizzata: Eric Schultz, portavoce della Casa Bianca, ha spiegato che la mancata elaborazione di una legge in questo senso non sarebbe da imputare al presidente: “Il presidente ha fatto tutto quello che poteva fare. Il Congresso invece non è stato all'altezza, non è stato capace di affrontare la questione”.
 

(foto:businessinsider.com)

Sara Svolacchia