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Champions League, cade la Juventus al Camp Nou. Pari per la Roma con l'Atletico
NAPOLI, 13 SETTEMBRE – Se qualcuno aveva dato per morto il Barça dopo la partenza di Neymar con destinazione Parigi ed il mancato arrivo di un sostituto dello stesso calibro, di certo si sbagliava. Contro una Juve che è la copia sbiadita della squadra che meno di sei mesi fa impartiva una sonora lezione di calcio ai blaugrana, Messi e compagni firmano un rotondo 3-0 che li proietta subito in vetta al girone.[MORE]
Al fischio d’inizio la Juve presenta un 4-3-2-1 molto compatto (con le novità De Sciglio sull’out di destra e Betancur in mezzo al campo) che non lascia spazi al Barcellona, soprattutto nelle prime battute dl match. E’ proprio il terzino ex Milan ad avvicinarsi per la prima volta ai pali difesi da Ter Stegen, con un sinistro che esce di poco al lato. L’occasione più ghiotta per la Juve capita però a Dybala: contropiede orchestrato da Douglas Costa che serve l’argentino. La Joya arriva stanco e defilato in area, calciando così tra le braccia del portiere blaugrana.
La prima frazione di gara scorre equilibrata, con il Barcellona che prima impegna Buffon con Suarez, poi sfiora il vantaggio con Dembelè “imbeccato” da De Sciglio, ma salva tutto Alex Sandro. Quasi allo scadere del primo tempo, però, sale in cattedra Leo Messi: uno-due con Suarez, controllo e sinistro chirurgico sul secondo palo con Buffon inerme. E’1-0.
Al ritorno dagli spogliatoi la Juve non è più in campo. Dall’altro lato del campo, Messi ha l’argento vivo addosso, e lo dimostra: prima colpisce un palo, poi costringe Sturaro a salvare sulla linea, propiziando il 2-0 di Rakitic che è lesto ad avventarsi sulla ribattuta corta del centrocampista bianconero. Al minuto 67, il Barcellona passa ancora, sempre con la Pulce. Palla persa da Bernardeschi (subentrato ad un deludente Betancur), dribbling e conclusione di sinistro a spiazzare Buffon. E’ il colpo del KO che chiude la partita e mette il sigillo finale sul 3-0.
Nell’altra partita delle italiane, una Roma grintosa e a tratti anche fortunata costringe allo 0-0 l’Atletico Madrid di Simeone. Punto prezioso per gli uomini di Di Francesco, all’esordio assoluto da allenatore in Champions League, ottenuto grazie ad una super prestazione del portiere brasiliano Allison.
Parte subito fortissimo l’Atletico, che sfiora il palo con Saul Ninguez al terzo minuto di gioco. La Roma è imballata all’inizio, e la mano del nuovo allenatore si vede solo a sprazzi. Poco dopo il quarto d’ora, però, sono i giallorossi a rendersi pericolosi: pallone per Defrel che controlla alla perfezione, ma calcia malissimo alla destra di Oblak. Cinque minuti dopo, i padroni di casa si vedono negare un rigore netto per fallo di mano di Vietto su traversone di Perotti. Alla mezzora Nainngolan costringe Oblak agli straordinari anche se, una manciata di secondi dopo, i giallorossi rischiano di capitolare sul tiro di Koke a porta vuota, salvato sulla linea da un prodigioso intervento di Manolas.
Nel secondo tempo la musica cambia, con i colchoneros che dominano in campo, e vanno più volte vicini al vantaggio. Dall’altro lato, però, c’è un super Allison (migliore in campo), a dire di no ai ripetuti tentativi dell’Atletico. Il brasiliano prima chiude la porta in faccia a Vietto in un tu per tu ravvicinato, poi respinge su Saul (che poteva calciare meglio), infine è rapidissimo ad andare a terra, contraendo il colpo insidioso di mezza punta di Correa. Sembra finita, ma non lo è. Di Francesco mette quindi l'elmetto alla Roma e passa al 5-3-2, schiacciandosi così nella propria metà campo.
Al 40’ Correa da fuori impegna ancora Allison, ma è allo scadere della gara che l’Atleti può fare 1-0: Saul colpisce di testa da due metri, l’estremo difensore giallorosso è felino nel ribattere la conclusione. Sulla respinta, a porta vuota, Saul si divora la rete della vittoria calciando sul palo esterno. Punto sofferto ma pesantissimo in chiave futura per gli uomini di Di Francesco, che a tratti giocano un discreto calcio (nel primo tempo), e che restano a galla grazie alle parate di un Allison in stato di grazia. Szczesny, ormai, è solo un ricordo.
Paolo Fernandes
Foto: tuttosport.com