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Champions, allo Stadium è magic Juve, annichilito il Barcellona

TORINO, 12 APRILE - C’è qualcosa di straordinario nella Juventus di Massimiliano Allegri. Un progetto compatto e senza alcuna forma di esitazione, che non ha mai riscontrato particolari sensazioni di dispersione in questi sei anni, nonostante l’addio di Conte e la ‘contestata’ scelta del tecnico toscano.[MORE]

Nessuno (o quasi) avrebbe scommesso sulla integrità di una serie di successi che hanno visto i bianconeri dominare letteralmente la scena italiana, al netto delle classiche polemiche arbitrali, e di brillare nell’Europa che conta come una delle stelle clou e non solo di onirica comparsa.

E allora ci riproverà questa grande Juventus, legittimata dalla colossale prestazione di ieri allo Stadium contro un Barcellona annichilito e disperso nella propria mania di grandezza, forse sulla scia della rimonta impossibile contro il Psg, che pure aveva visto la squadra di Luis Enrique sconvolta dalla scoppola in terra parigina. Certo, dare Messi & Co per dispersi è un lusso che la Juventus non può concedersi. E non a caso questo è stato il primo richiamo a margine del match ad opera del ‘suo’ condottiero.

La vittoria limpida di ieri nasconde definitivamente le delusioni per la finale perduta con i blaugrana. E oggi siamo pronti a scommettere su una Juventus diversa e sicura di sé, capace di comprendere quali sono i propri (enormi) mezzi e quali le paure da scacciare, nel tentativo di eliminare il residuo di una macchina quasi perfetta. Bisognerà evitare di specchiarsi, perché nel calcio specchiarsi equivale ad un suicidio sportivo che può spesso costare caro.

Certo, come qualche (storico) rivale aveva affermato in un simile contesto, tutto questo deve restare un sogno e non un’ossessione. Ma è pur vero che se i sogni sono fatti per realizzarsi, la Juventus sta esprimendo le qualità ed anche quella serenità idonea a prestarsi con successo alle grande occasioni. Quelle che contano, legate al passo definitivo e all’obiettivo madre della già onoratissima stagione bianconera.

E’ un successo (seppur ancora incompleto e ritorno permettendo) che rialza l’Italia in Europa e ricorda che (a volte) ci siamo ancora. Anche noi. Un primo passaggio verso il futuro, che passerà non solo dalla crescita di un calcio che deve rilanciarsi ma anche dal recuperato preliminare per la quarta classificata del campionato. Questo non basta, ma è una base di partenza. Il modello bianconero ha già dimostrato di poter funzionare e di conservarsi nel tempo, anche grazie ad una dirigenza dalla visione limpida e mirata rispetto agli ingorghi del calciomercato. Dove a volte spendere non è tutto ed anzi rappresenta il nulla dinanzi all’incapacità di selezione finalizzata al potenziamento di una squadra e di un progetto credibile.

E’ proprio ciò che invece si verifica a contrario nel Barcellona, uno dei peggiori degli ultimi tempi. Una squadra ancora stratosferica sì, ma che non è stata in grado di rinnovarsi a causa di campagne economiche che nulla hanno aggiunto al valore della squadra, deteriorandolo addirittura rispetto allo status quo. Anche il vivaio, da sempre fonte di utilità massima, non è stato in grado di sopperire all’avanzata di età dei grandi e ad un ricambio generazionale che appare sempre più necessario.

Ma tant’è: sognare non costa nulla anche se i sogni vanno costruiti dalle fondamenta. La Juventus lo ha fatto ed è ora pronta al grande urlo europeo. Purché non si cancellino serate come questa. L’imperativo è non guardarsi allo specchio. Perché il labile confine tra sogno ed ossessione rischia di rispolverare incubi che possono costare anche un intero progetto. Ma la Juventus ha dimostrato di aver consapevolezza di conoscere tutti i rischi e le controindicazioni di questo lieto ed accattivante desiderio calcistico.

foto da: calciomercato.com

Cosimo Cataleta