Politica

CGIL: la manovra finanziaria Berlusconi-Tremonti

Riceviamo e Pubblichiamo

Il Governo di centro-destra ha scelto di far pagare la crisi economica sempre agli stessi: ai lavoratori dipendenti pubblici e privati , ai pensionati, calando la mannaia su redditi già agli ultimi posti rispetto alla media europea.
La quasi totalità della Legge Finanziaria che si appresta a varare il Governo Berlusconi–Tremonti
graverà per oltre 27 miliardi di euro sulle spalle della Pubblica Amministrazione.
- Non verranno rinnovati i contratti fino al 2013
- Con il blocco del turn-over ,non si potranno effettuare assunzioni
- Dovrà essere licenziato il 50% del personale a tempo determinato
- Le dotazioni organiche dovranno essere tagliate del 10%
- Sono rinviati i pensionamenti di oltre sei mesi
- Il trattamento di fine rapporto (TFR) dei lavoratori viene rateizzato in tre anni.[MORE]

Ogni lavoratore dipendente avrà una perdita secca di circa 280 euro al mese : circa 200 per tagli al salario accessorio e 80 per il rinvio del rinnovo dei contratti nazionali.
Se consideriamo che un lavoratore pubblico percepisce, mediamente, 1.300 euro al mese , il taglio al suo stipendio è di circa il 20%. Una cifra enorme, se paragonata all’obolo (forse più giusto dire elemosina) che verrebbe da deputati, senatori che di stipendio assommano oltre 16 mila euro al mese: fa rabbia pensare che i tagli ai costi della politica sono pochi spiccioli; e su quale indennità, in particolare, visto che gli onorevoli ne hanno tante e varie di indennità? Misura populista e di pura propaganda per poter affermare che tutti contribuiscono alla crisi. E non si pensa, invece, a eliminare enti inutili, ridurre drasticamente i numeri che compongono le assemblee elettive ad ogni livello, ridurre al minino le consulenze di vario tipo che il più delle volte nascondono lauti stipendi per politici trombati e stuoli di mestieranti della politica.

E dire che sino ad aprile il Governo strombazzava su tutti i media che la nostra economia era in buona salute. Poi dopo la crisi della Grecia non si è potuta più nascondere la verità agli italiani:
- quella verità che registra l’inadeguatezza di questo Governo che si copre di propaganda e censure confezionate in patinati spettacoli d’intrattenimento televisivo, gossip,distrazioni di vario genere, per occultare il fallimento di un Governo incapace di predisporre una manovra economica in maniera strutturale, aggredendo temi quali l’enormità dell’evasione e dell’elusione fiscale, la corruzione, approntando un piano per il lavoro, una riforma fiscale equa, il rilancio della domanda interna attraverso il sostegno dei redditi delle famiglie e non – al contrario – attraverso la loro falcidia.
Il Governo continua a decidere misure che hanno come destinatari un unico blocco sociale: quello dei lavoratori, dei pensionati. Non si colpisce la rendita, i grandi patrimoni, i ricconi, gli evasori.
Un lavoratore dipendente paga mediamente di tasse il 33% di quanto guadagna; le rendite di chi specula vengono tassate del 12%. Una riforma equa dovrebbe portare in equilibrio questo enorme divario.
Una grande sforbiciata riguarderà le Regioni alle quali si chiedono sacrifici pesanti sulla spesa sociale ed in particolare sulla spesa sanitaria. In Calabria i sacrifici saranno lacrime e sangue a causa della già pesante situazione dovuta all’enorme debito ed alle misure legate al piano di rientro.

 

Come fa il Governo Berlusconi-Tremonti a dire che "non metterà le mani in tasca agli italiani": forse per la Calabria ci penserà il nuovo Presidente Scopelliti, con l’aumento dell’addizionale IRPEF già ai massimi, con la riduzione dei servizi pubblici, con le aumentate difficoltà in cui si troveranno i Comuni calabresi, già in tantissimi sulle soglie del dissesto finanziario? Quanti lavoratori dovranno essere licenziati e/o non potranno essere assunti e stabilizzati per stare dentro il parametro della spesa che non può superare il 40% della spesa corrente? Meno personale significa meno asili nido, meno polizia urbana, meno infermieri, meno insegnanti. Si colpisce pesantemente la vita dei cittadini, i loro bisogni primari.
Noi protesteremo: grideremo in piazza, a Roma sabato 12 giugno, assieme a centinaia di migliaia di lavoratori, cittadini, pensionati, la contrarietà alle misure inique del Governo Berlusconi –Tremonti.



Il Segretario Generale
Tonino Meliti