Cronaca

CFS:cinque persone sono state denunciate nel reggino in flagranza di reato

Reggio Calabria, 22 feb.  Sorprese dal personale del Corpo forestale dello Stato in flagranza di reato mentre esercitavano l'uccellagione con l'impiego di reti, attivita' questa vietata dalla vigente normativa per la protezione della fauna omeoterma, cinque persone sono state denunciate nel reggino dal Corpo Forestale in due distinte operazioni. Poste sotto sequestro penale attrezzature utilizzate per l'esercizio di tale attivita' illecita, nonche' diversi esemplari morti di fauna selvatica. In particolare, nella localita' "Covaluta" in agro del comune di Galatro (RC), il personale del Comando Stazione di Giffone, durante un servizio finalizzato al controllo e alla repressione dei reati ambientali nonche' al dilagante fenomeno dell'uccellagione in ambito del territorio giurisdizionale, ha sorpreso in flagranza di reato P.P. di 65 anni e C.D. di 78.[MORE] I due- secondo quanto riferito - si si trovavano all'interno di un bosco di leccio, in prossimita' del punto piu' alto del crinale, disposti a breve distanza uno dall'altro e tendevano ad arte ciascuno una lunga rete a maglia stretta sorretta da due canne. In una delle due reti e' stato anche rinvenuto un esemplare di fringuello morto, appena ucciso cruentamente dallo stesso bracconiere. Sia l'attrezzatura utilizzata che la fauna selvatica rinvenuta sono state sequestrate e poste a disposizione dell'Autorita' Giudiziaria competente per territorio. Durante un controllo congiunto del territorio effettuato dal personale dei Reparti di Cittanova e San Giorgio Morgeto,sono stati bloccati e denunciati, in stato di liberta', D.A. e C.G. entrambi di 64 anni, e C.A. di 71. Gli indagati sono stati sorpresi mentre esercitavano l'uccellagione con rete nella localita' "Catena", in agro del comune di Cittanova, ben nascosti nelle proprie postazioni costruite all'interno di un bosco di leccio di cui avevano modellato ad arte le chiome. Per di piu' a C.G., a seguito di perquisizione personale, sono stati riscontrati, all'interno della tasca del giubbotto, due esemplari morti di fringuello, specie protetta in base alla legge 157/92 sulla caccia. Durante le operazioni, inoltre, uno degli indagati ha fornito false dichiarazioni sulla propria identita' personale. Per tale motivo, dopo essere stato condotto in caserma ed a seguito degli accertamenti di rito, gli e' stato anche contestato il reato. I cinque bracconieri fermati sono stati deferiti, in stato di liberta', per violazione della legge 157/92 relativa alla protezione delle specie omeoterme. P.P. e C.G., inoltre, dovranno rispondere anche di maltrattamento di animali, considerate le modalita' con cui hanno ucciso gli esemplari di selvaggina caduti nella rete. E' in corso di accertamento la possibilita' che, in considerazione di quanto sancito da recenti sentenze della Corte di Cassazione, venga loro contestato il reato di furto venatorio.