Cronaca
Cepagatti, oggi l'ultimo saluto alla piccola Neyda. Il parroco: la società non protegge i bambini
CEPAGATTI (PE), 1 MAGGIO 2015 – In migliaia erano presenti oggi ai funerali della piccola Neyda Di Zio, un bambina di soli 5 anni deceduta la scorsa domenica, insieme a suo padre, che ha dato fuoco ad entrambi in un auto. Un tragico evento che vede coinvolta, ora, tutta la comunità di Cepagatti stretta intorno al dolore per la perdita della bambina.
Il fatto è avvenuto domenica scorsa, in via Lago Di Chiusi a Pescara, dove il padre di Neyda, Gianfranco Di Zio, e la madre, Ena Pietrangelo si erano incontrati in seguito alla loro separazione. La donna aveva più volte denunciato l’uomo che, dopo la nascita della bambina, era diventato violento e protettivo nei confronti della piccola per la convivenza delle stessa con sue due sorellastre, nate dal precedente matrimonio della donna. Ad ottobre, il Tribunale di Cepagatti, aveva predisposto l’obbligo per Di Zio di vedere la bimba solo in presenza degli operatori sociali del Comune una volta alla settimana per un’ora.
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Questo è avvenuto fino a domenica scorsa, quando l’uomo all’interno dell’auto ha gettato una tanica di benzina su di lui e sua figlia, dandosi poi fuoco. La madre è riuscita a scappare con il corpo in fiamme, ma non è riuscita a strappare la piccola dalle braccia del padre. I corpi sono stati completamente carbonizzati dalle fiamme, mentre la madre è attualmente all’ospedale di Roma, nel reparto Grandi Ustionati, sotto sedativi per il profondo shock subito.
‹‹Noi chiediamo oggi al Signore di accogliere questa bambina di soli cinque anni nel suo Regno, ma sappiamo già che lei è con Lui nel Regno dei cieli›› così apre l’omelia il parroco Lucio Giancitucci al cospetto di migliaia di persone, soprattutto di bambini che si sono presentati per salutare la loro compagna di scuola con i grembiulini rosa e azzurro, ‹‹oggi negli occhi di questi bambini vediamo gli occhi di questa piccola innocente››. Il parroco, al termine, ha puntato il dito contro la società, una società che non custodisce e protegge i bambini, ‹‹una società che non riesce a difendere i deboli e gli indifesi›› e, in ultimo, ha rivolto un pensiero anche per la madre.
Erica Bendettelli
[immagine da iltempo]