Cronaca
Centro Al.Pa.De., proseguono le attività
CATANZARO, 25 LUGLIO 2013 - Proseguono le attività all’interno del Centro Al.Pa.De. (Alzheimer, Parkinson e Demenze) gestito dalla Ra.Gi, Onlus, che espleta le sue attività all’interno di Fondazione Betania, grazie al progetto “8 per mille alla chiesa cattolica”, finanziato dalla Caritas di Catanzaro. Il Centro è aperto tutti i giorni: Lunedì – Mercoledì – Venerdì per i pazienti affetti da demenza lieve e Martedì – Giovedì – Sabato per quelli con demenza grave. Un percorso che si amplia provando, in via sperimentale, a trattare anche pazienti in cui la malattia ha raggiunto uno stadio più avanzato.
Le terapie complementari ed espressive che distinguono il Centro Al.Pa.De., rendendolo unico in Calabria, per la prima volta sono applicate alla cura della demenza grave. «Un lavoro non certo semplice – afferma Giusy Genovese, psicoterapeuta e presidente della Ra.Gi. Onlus - soprattutto perché le persone in cui la malattia è giunta a questo stadio, sono pazienti con cui è abbastanza difficile stabilire un qualche tipo di relazione. Oltre alla quasi totale perdita della memoria e la difficoltà nel riconoscere volti o luoghi familiari, infatti, esse hanno perso la facoltà di esprimersi verbalmente: usano spesso solo un gergo semantico o rimangono muti. Anche il comportamento risulta molto alterato: affaccendamento, vagabondaggio, vocalizzazione persistente e talora agitazione ed irritabilità, ne fanno persone spesso intrattabili. Tuttavia – conlude la Genovese - noi abbiamo trovato la “chiave d’accesso” alle loro menti, che è la conoscenza di ciò che erano, delle loro vite, le loro abitudini, il mestiere che svolgevano, le cose che amavano. Tutto questo ci ha aiutato ad entrare in contatto con loro ed abbiamo compreso quali tipologie di terapie complementari sono più adatte ad infrangere il muro creato dalla malattia. Nello specifico la terapia conversazionale, quella della reminiscenza e le pratiche terapeutiche basate sulla percezione corporea sono quelle che ci permettono di stabilire una relazione con questi pazienti».
La terapia conversazionale serve per contrastare il decadimento cognitivo, l’isolamento ed il decadimento globale derivati proprio dalla graduale perdita del linguaggio. Questa terapia si propone d’instaurare un circolo virtuoso, che parte da una speciale attenzione alle parole e cerca di arrivare al maggior grado possibile di felicità conversazionale.
Durante la conversazione si fa riferimento a tutto ciò che possa favorire il riaffiorare dei ricordi. È l’operatore che racconta al paziente chi è stato, mettendo così in atto i meccanismi propri della terapia della reminiscenza, tecnica che utilizza gli eventi del passato e gli oggetti ad esso collegati per stimolare la memoria tramite il ricordo. Mediante la ricostruzione del proprio passato fatta dall’operatore, il paziente è in grado di ritrovare se stesso e ciò che era e partecipa alla conversazione, parlando di sé: della canzone che ha amato di più, del suo colore preferito, del suo mestiere, delle persone che conosceva. Questo processo avrà come beneficio anche quello di incrementare l’autostima del paziente.
Un’altra pratica terapeutica utilizzata dall’équipe del Centro Al.Pa.De. con i pazienti affetti da demenza grave, è quella che si basa sui principi dell’ “Io Pelle”, ovvero una struttura psichica che si fonda su basi somatiche e rappresenta un luogo privilegiato di attenzioni, cure, emozioni, fin dall’infanzia. Nel contatto coi pazienti si cerca di ritrovare questa dimensione, che si fonda sulla rinuncia alla comunicazione verbale e lo spostamento del piano della relazione paziente-operatore, verso le forme primarie di enunciazione di sensazioni e di linguaggio che il corpo trova in se stesso.
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