Politica

Cena a casa di Vespa, Maroni: Lega mai con l'Udc

ROMA – Sempre più ingarbugliata la situazione nella maggioranza di governo. Maroni ha rilasciato una dichiarazione all’Ansa commentando l'ormai famosa cena a casa di Bruno Vespa.
Secondo quanto riportato da alcuni giornali, ieri, a casa del giornalista abruzzese, si sono incontrati tra gli altri, Casini, Berlusconi, Letta, Draghi, Geronzi e il cardinal Bertone.[MORE]
Nell’incontro Berlusconi avrebbe invitato Casini a rientrare nel suo schieramento politico per governare insieme il Paese, offrendogli la vicepresidenza del Consiglio.
Maroni ha subito affermato che Lega e UDC sono politicamente incompatibili e che l’incontro gli ricorda tanto la politica dei primi anni ’90, che si faceva nei salotti romani.
Intano Casini smentisce qualsiasi offerta da parte del Premier e ribadisce un secco no al trasformismo.
Alcuni giornali avevano ipotizzato che Berlusconi avesse chiesto il rientro dell’UDC, per dare il benservito a Fini e company. Il finiano Bocchino nel frattempo ha dichiarato che la sua corrente in seno al Pdl, sarebbe in grado di far andare sotto il Governo e provocare la crisi.
Vespa ha specificato che alla cena era stato invitato anche Fini, che per altri impegni, ha declinato l’invito.
Leoluca Orlando dell’Idv, punta il dito sulla presenza alla cena del segretario di Stato del Vaticano cardinal Bertone: “Questa cena appare avere per oggetto il sostegno ad una vacillante maggioranza e all'iniziativa politica volta ad approvare proprio quella legge bavaglio. Non chiediamo né ci aspettiamo che chi ne abbia voglia, smentisca e affermi che non sia vero ciò che appare. Ciò che ci auguriamo è che, invece, che al di là delle apparenze tutto ciò che appare non sia vero". "Ci auguriamo che non sia vero che un segretario di Stato del Vaticano - continua Orlando - partecipi a cene che abbiamo tali protagonisti e tali finalità. Siamo convinti, infatti, e comunque ci ostiniamo a credere che il cardinal Bertone condivida l'insegnamento di un grande Papa e cioè essere stata la breccia di Porta Pia un "dono della provvidenza" ed essere stata cioè, la fine del potere temporale della Chiesa, uno straordinario positivo momento dell'esperienza della Chiesa nel mondo. Siamo certi e ci ostiniamo a credere che non si può far confusione fra la Chiesa, popolo e corpo mistico di Dio, e lo Stato città del Vaticano con i suoi interessi temporali''. ''Ci hanno insegnato e ci ostiniamo a credere - conclude - che occorre rendere a Dio quel che è di Dio e rendere a Cesare quel che è di Cesare, essendo deprecabile laicismo dare a Cesare quel che è di Dio, ma parimenti deprecabile clericalismo, dare a Dio quello che è di Cesare''.