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Cei, Galatino attacca la politica: "Piccolo harem di cooptati e furbi"

Tiziano Rugi
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Cei, Galatino attacca la politica: "Piccolo harem di cooptati e furbi"
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ROMA; 19 AGOSTO 2015 - Nuovo affondo del segretario della Cei Monsignor Nunzio Galatino. “La non è quella che siamo stati abituati a vedere oggi, vale a dire un puzzle di ambizioni personali all'interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi". Con queste parole taglienti, contenute nel testo della Lectio su Alcide De Gasperi che ha consegnato agli organizzatori dell'incontro a Pieve Tesino, piccolo comune in provincia di Trento dopo aver deciso di non partecipare alla conferenza “al fine di evitare, con la mia sola presenza di contribuire a rafforzare polemiche”, come aveva spiegato in una nota a causa dei giorni passati in trincea per le affermazioni sui partiti e i leader politici che lucrano voti sul dramma dell'immigrazione, rilancia le accuse e scatena una nuova bufera. [MORE]


"I veri politici segnano la storia ed è con la storia che vanno giudicati, perché solo da quella prospettiva che non è mai comoda, si possono percepire grandezze e miserie dell'umanità", sottolinea il segretario della Cei. E incalza: chi guida un Paese dovrebbe sempre considerare che "un popolo non è soltanto un gregge, da guidare e da tosare" ma è il "soggetto più nobile della democrazia e va servito con intelligenza e impegno, perché ha bisogno di riconoscersi in una guida. Da solo sbanda e i populismi - ha ammonito il segretario della Cei - sono un crimine di lesa maestà di pochi capi spregiudicati nei confronti di un popolo che freme e che chiede di essere portato a comprendere meglio la complessità dei passaggi della storia".


Ecco perché, è il ragionamento di Galatini, anche il dovere di intervenire nel dibattito politico: "Che cosa saremmo noi vescovi italiani senza l'Italia? La nostra missione non può essere disgiunta dal destino di questo nostro Paese, a cui siamo non solo fedeli, ma servitori. Ciò significa allora che il Papa, i vescovi e i presbiteri hanno bisogno di essere inseriti a loro volta in una comunità impegnata e solida che li ascolti, certo, ma anche che li aiuti e li sostenga", sottolinea il segretario dei vescovi.


Insomma, basso profilo in termini di presenza fisica ma di elevato impatto 'verbale' nell'intervento che Galantino ha inviato al convegno e che il professore Giuseppe Tognon ha letto. E non sorpende se la strategia della distensione vada il frantumi. La reazione politicamente più pesante naturalmente è quella di Matteo Salvini, il politico con cui il segretario della Cei ha incrociato i guantoni negli ultimi giorni. "Non so da quale uovo di Pasqua sia uscito Galantino", dice il leader della Lega. E a chi gli chiede se il vescovo sia l'interprete della linea di Papa Francesco, Salvini risponde: "Non è un problema Salvini contro i vescovi, è un problema di questo Galantino e pochi altri che sono più a sinistra di Rifondazione comunista. Non ce l'ho con la Chiesa. Ce l'ho con due o tre vescovi che dovrebbero andare in giro con la bandiera rossa, invece che mettere la tonaca" .

Tiziano Rugi

 

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Scritto da Tiziano Rugi

Giornalista di InfoOggi

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