Cronaca
Cecilia Sala è libera: atterrata a Ciampino
Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran dal 19 dicembre, è atterrata alle 16:15 a Ciampino a bordo di un C130 dell'Aeronautica Militare. Ad attenderla in aeroporto, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il padre della giornalista ha definito il processo di liberazione “una partita a scacchi affollata”, sottolineando la complessità della vicenda.
L'annuncio della liberazione
La notizia è arrivata alle 11:24, quando è stato confermato che Sala era su un volo diretto a Roma. La sua liberazione è stata resa possibile grazie a un intenso lavoro diplomatico dell’Italia, supportato dagli Stati Uniti. Solo ieri, Sala aveva contattato i familiari per informarli di aver ricevuto un letto e due pacchi dall’ambasciata. L’annuncio ai genitori è stato dato direttamente da Giorgia Meloni.
Il caso Abedini: connessioni e sviluppi
Parallelamente, proseguono le tensioni legate alla vicenda di Mohammad Abedini Najafabadi, ingegnere iraniano arrestato a Milano tre giorni prima del fermo di Sala. Accusato dagli Stati Uniti di terrorismo per aver fornito informazioni sui droni al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), Abedini è attualmente detenuto nel carcere di Opera. La sua possibile estradizione è al centro di discussioni diplomatiche, con il ministro della Giustizia Carlo Nordio che detiene l'ultima parola sulla questione.
Fonti informate suggeriscono che Abedini potrebbe essere liberato entro oggi o domani. Tuttavia, la Procura di Milano rimane contraria alla concessione dei domiciliari, evidenziando il rischio di fuga, anche a causa del supporto economico garantito dal Consolato iraniano.
Nordio e Palazzo Chigi: smentite e diplomazia
Carlo Nordio, visto recarsi a Palazzo Chigi, ha negato di aver discusso il caso Abedini durante l’incontro con la maggioranza. In una nota ufficiale, ha dichiarato che l’agenda verteva sulla riforma costituzionale della separazione delle carriere e sui problemi dell’applicativo Giustizia. La trattativa legata alla liberazione di Sala e alle richieste iraniane rimane dunque avvolta dalla riservatezza.
Le dichiarazioni di Teheran
Dopo il fermo di Sala, le autorità iraniane avevano ribadito che l’arresto non era legato al caso Abedini. Secondo la portavoce Fatemeh Mohajerani, “il fermo di Sala non è una ritorsione e il caso non ha connessioni con altre questioni”. Tuttavia, il contesto complesso della diplomazia internazionale suggerisce un legame più profondo tra le due vicende.
Sala: giorni difficili a Evin
Durante la detenzione nel carcere di Evin, noto per le dure condizioni, Sala è stata in isolamento per 20 giorni, con limitate comunicazioni con l’esterno. Nelle sue telefonate ai familiari, la giornalista aveva espresso preoccupazione, chiedendo aiuto: “Sto bene, ma fate presto”.
Il ruolo dell’Italia nella diplomazia internazionale
L’esito positivo della vicenda di Sala evidenzia l’efficacia della “diplomazia degli ostaggi” portata avanti dal governo italiano. Resta da vedere come evolverà il caso Abedini e se l’Italia riuscirà a mantenere un equilibrio tra le richieste di Teheran e le pressioni statunitensi. Intanto, la vicenda continua a catalizzare l’attenzione del panorama internazionale, ponendo in luce le complesse dinamiche geopolitiche che coinvolgono Iran, Italia e Stati Uniti.