Politica

C'è intesa, ma non su pensioni. La lunga giornata di fuoco del governo italiano

ROMA, 25 OTTOBRE 2011- Crisi, annunci concitati, ultimatum, conferme e smentite, intese che non si trovano; comincia male, e non finisce ancora, la giornata di passione del governo italiano. Succede di tutto, e anche di più, in questo lungo, lunghissimo 25 ottobre, che prosegue tra vertici notturni convocati in tutta fretta.[MORE]

Servono risposte, chiare e concrete, non più tardi di domani; le pretende l'Unione Europea, quella stessa Unione Europea che secondo le parole del Presidente Sarkozy riportate dal sito francese Les Echos, non è mai stata così vicina all'esplosione.

Gli sforzi, per quanto lodevoli, non sono più sufficienti; e allora, lo ricorda anche il Presidente Napolitano, bisogna trovare un piano credibile, da presentare anche agli altri stati membri. Paesi che, assicura il Capo di Stato italiano, non stanno avanzando nessuna pretesa di commissariamento sull'Italia, ma ne rispettano a pieno l'indipendenza. Qualche limitazione della sovranità poi è inevitabile, per chi ha scelto di aderire al progetto dell'Europa unita; e questo dovremmo già saperlo.

Ma l'accordo tarda ad arrivare; la Lega non cede sulle pensioni, "non tocca l'età pensionabile a sessantasette anni per far felici i tedeschi". E così gli incontri si susseguono, tra aperture e chiusure, mentre si sfiora la crisi dell'esecutivo, con Bossi che paventa nuove elezioni in caso di caduta, perchè un governo tecnico non avrebbe senso.

Il dibattito continua, i lavori non si fermano, si parla si contratta; poi, in serata, l'annuncio di Alfano: sembra si sia arrivati a concordare un punto di equilibrio con la Lega. Ora bisogna vedere cosa ne pensa l'Unione, afferma il leader del Carroccio, lasciando Montecitorio. Le pensioni di anzianità, ribadisce, non sono state toccate e non si toccheranno.

Così la Lega si allontana dai palazzi, dopo un'intensissima giornata di meeting, lasciando Berlusconi alla sua lettera d'intenti da presentare domani a Bruxelles. Un lungo elenco, secondo indiscrezioni, ma pochi dettagli.

Il 20 ottobre non è ancora finito, e domani c'è un appuntamento di fuoco per l'Europa intera. Scorrono via queste ore cruciali, tra minacce, speranze, conferme e paure, tra un meeting e all'altro, in attesa del vertice del giudizio. Bossi non cede. E il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker pensa a potenziare il fondo di salvataggio europeo per arginare ogni rischio di contagio per l'Italia.

Simona Peluso