Politica
CdM, rinviato vertice nomine. Di Maio: "Obiettivo è trovare i migliori"
ROMA, 20 LUGLIO – È stato rinviato il summit sulle nomine dei vertici delle partecipate che era stato convocato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte; la riunione sarebbe slittata per altri impegni istituzionali dei partecipanti, in particolare dei ministri Di Maio e Tria. Il ministro del lavoro, infatti, sarebbe impossibilitato a partecipare perché impegnato nella supervisione sulla messa a punto degli emendamenti del governo sul decreto dignità; diverso è il caso del capo del dicastero dell’economia, in partenza per Buenos Aires dove sarà impegnato nei giorni 21 e 22 con il G20 dei Ministri Finanziari e delle Banche Centrali. [MORE]
Il summit è necessario per assegnare gli incarichi vacanti presso i vertici delle partecipate e delle authority. Cinque nomine riguarderanno l’ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), una a testa per Antitrust, Istat ed Italia Digitale. In scadenza però anche i vertici di molte aziende partecipate, ben 83. Tra le principali ci sono la RAI, il Gestore dei servizi energetici (GSE), la Società generale d’informatica spa (SOGEI) e l’EUR spa, attiva nella gestione e nello sviluppo immobiliare.
Particolarmente spinosa sarebbe però la scelta concernente la Cassa Depositi e Prestiti, su cui si vociferano nuovi contrasti tra Di Maio e Tria dopo le presunte frizioni sul decreto dignità che avevano costretto i ministri a pubblicare una nota ufficiale congiunta per smentire discussioni interne al governo. Nonostante sia stato vidimato dalla Ragioneria Generale di Stato, infatti, il decreto legge in fase di approvazione aveva scatenato alcune polemiche negli scorsi giorni a causa dei temuti effetti negativi in termini di coperture economiche e perdita di posti di lavoro. Sembrava in verità che i conti quadrassero, aumentando il prelievo sui giochi d’azzardo e facendo affidamento a vari fondi ministeriali, a partire da quello del mef per interventi strutturali di politica economica, affinché si potessero compensare i nuovi incentivi alla stabilizzazione dei precari, con la stretta su voucher e contratti a termine e nel contempo un primo assaggio di taglio del cuneo fiscale anche per arginare il malcontento di Confindustria. Pertanto, in seguito alla diffusione delle stime negative dell’INPS, Di Maio ha pensato ad un intervento nella predisposizione della relazione tecnica al decreto, di cui ha dunque tentato di individuare il responsabile.
Pertanto, è possibile che il vertice-nomine sia stato rinviato anche per calmare le acque, approfittando degli impegni istituzionali dei protagonisti, nonostante in giornata sia arrivata una nuova smentita da parte del ministro del lavoro e dello sviluppo economico, in merito alla possibilità di chiedere le dimissioni di Giovanni Tria, eventualmente su pressioni del MoVimento. Di Maio ha anzi affermato che il rallentamento potrebbe essere al contrario dovuto alla volontà di individuare i migliori per ciascun incarico, auspicando anche eventuali discussioni all’interno della compagine governativa purché utili e costruttive: “L’importante è che tutto quello che facciamo sia un compromesso sempre al rialzo e mai al ribasso, quindi un punto di caduta al rialzo”.
Il capo politico del M5S è stato poi incalzato sulla questione-ILVA, con gli impianti tarantini oggetto in questi giorni di una procedura di gara per arrivare alla cessione definitiva ad un nuovo gruppo privato. Il vicepremier ha dichiarato che il governo sta procedendo con grande cautela poiché intende tutelare la legalità prima di tutto e che invece in precedenza vi sarebbero state delle gravi lesioni della libertà di concorrenza: “La procedura finora si è rivelata un vero pasticcio, le regole del gioco sono state cambiate in corsa, mentre per questo governo la tutela della legalità verrà anche prima della tutela ambientale e di quella occupazionale”. Secondo la versione fornita da Di Maio, se la procedura di gara avesse previsto le medesime regole sin dal suo avvio, per l’acquisizione dell’ILVA sarebbero pervenute molte più offerte ed anche migliori di quella del gruppo Arcelor. Quest’ultima sarebbe stata anzi preferita esclusivamente perché nel bando precedente metà del punteggio era attribuita in base all’offerta d’acquisto, senza tener conto di piani ambientali o di valutazioni d’impatto sulla salute, motivi per i quali – sempre a detta del vicepremier – la soluzione migliore sarebbe stata quella proposta da AcciaItalia. A tal proposito Di Maio ha poi concluso: “Chiederò immediatamente chiarimenti ai Commissari, avvierò un’indagine interna al ministero e chiederò un parere all’Avvocatura dello Stato, perché vogliamo andare in fondo alla vicenda e capire chi non ha sorvegliato sulla regolarità delle procedure di gara”.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: tg24.sky.it