Cronaca
Catanzaro: sei medici russi partecipano ad un corso avanzato organizzato dal S. Anna Hospital
CATANZARO - Dalla Federazione Russa alla Calabria, per partecipare a un corso avanzato di elettrofisiologia e, in particolare, per affinare le tecniche di ablazione delle aritmie sopraventricolari e ventricolari, per migliorare le conoscenze sull’argomento e per scambiare esperienze e opinioni.
Per i sei medici, due cardiochirurghi e quattro elettrofisiologi con una significativa esperienza alle spalle, divisi tra ospedalieri e universitari, è stata la prima esperienza di formazione in Italia. [MORE]Del resto, il nostro Paese insieme con Francia e Germania rappresenta un’eccellenza in questo particolare ambito sanitario. La vera novità, però, è che sia stata scelta la Calabria come sede del corso e in particolare il S. Anna Hospital.
Storicamente, infatti, le attività formative sono state appannaggio di altre regioni, soprattutto la Lombardia. Due, i fattori che hanno determinato la significativa inversione di tendenza: da un lato l’attività del laboratorio di elettrofisiologia del centro calabrese di Alta Specialità del Cuore diretto da Saverio Iacopino, tra i primi in Italia per volume e qualità delle prestazioni (un dato, quest’ultimo, noto da tempo negli ambienti medico scientifici internazionali); dall’altro la possibilità abbastanza unica in Italia, per gli aderenti al corso di formazione, di partecipare attivamente alle procedure e di farlo seguendo tutto il percorso: dalla storia clinica del paziente, al suo studio, fino alle decisione finale sulle modalità ablative da seguire.
I sei medici russi, alla fine del training, si sono dichiarati molto soddisfatti, affermando inoltre che ci sono tutte le condizioni per proseguire l’esperienza, anche esportandola nelle strutture sanitarie della Federazione.
“Da quando appena quattro anni fa Boston Scientific ci ha scelto come centro training e noi abbiamo avviato le relative attività – ha detto il DG del S. Anna, Giuseppe Failla – il salto di qualità che compiamo oggi a livello internazionale ci inorgoglisce, perché rende merito al nostro lavoro. Certo è paradossale – ha aggiunto – che mentre fuori dai confini regionali la qualità del S. Anna è un dato ormai acquisito, in Calabria quello stesso lavoro debba incontrare ostacoli e difficoltà, spesso incomprensibili; al punto che oggi, nelle condizioni date e che non dipendono certo da noi, è a rischio la firma del nostro contratto con l’Asp per le prestazioni erogate nel 2010. Da parte nostra, c’è sempre stata nei confronti della Regione la massima disponibilità, anche quando questo è costato un sacrificio. Sacrificio fatto volentieri perché comunque abbiamo curato con altissime percentuali di successo oltre venticinquemila calabresi in dieci anni, contribuendo a ridurre sensibilmente l’emigrazione sanitaria in una branca della medicina tra le più complesse e delicate. Non comprendiamo però, le ragioni per cui questa nostra peculiarità non solo non trovi il suo legittimo riconoscimento ma anzi debba tradursi in una ulteriore penalizzazione. È di oggi l’attesa pubblicazione, da parte della Regione, delle tariffe per le prestazioni sanitarie erogate nel 2009 e nel 2010. Ebbene, questo è l’unico dato certo di cui disponiamo. Per il resto, riteniamo purtroppo che manchino le altre condizioni necessarie per la sottoscrizione del contratto. È per questo che chiediamo ancora una volta alla Regione, al presidente Scopelliti nella sua qualità di commissario, un tavolo ufficiale di confronto con l’Asp e la Regione stessa al fine di scongiurare il rischio che oltre 1200 pazienti all’anno possano essere costretti a ripiombare nell’incubo dell’emigrazione sanitaria in strutture extra regionali, dopo avere avuto per dieci anni la possibilità di essere curati in casa loro”.
Marcello Barillà (marcello.barilla@santannahospital.it )