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Catanzaro piange la scomparsa di Comunardo Niccolai, il "re degli autogol"
Il mondo del calcio italiano si stringe nel lutto per la scomparsa di Comunardo Niccolai, ex calciatore e allenatore, noto per il suo contributo indimenticabile alla storia del calcio, nonché per il soprannome di "re degli autogol". Niccolai, che ci ha lasciati all'età di 77 anni a causa di un malore in ospedale, ha rappresentato un'epoca d'oro del calcio italiano, caratterizzata dalla sua dedizione allo sport e dalla sua abilità difensiva.
L'origine del nome Comunardo
La storia del nome di Comunardo Niccolai è tanto affascinante quanto singolare. Il padre, fervente antifascista e portiere del Livorno, scelse di chiamarlo Comunardo in onore della Comune di Parigi del 1871, un governo di ispirazione socialista. La madre, democristiana e cattolica, non condividendo questa scelta, chiamava affettuosamente il figlio Silviano. Questo aneddoto familiare racchiude l'unicità di Niccolai, uomo dalle radici profonde e dalle convinzioni forti.
Il "re degli autogol"
Comunardo Niccolai fu ribattezzato "re degli autogol" non per il numero, ma per la spettacolarità di essi. Celebre l'autogol in Juve-Cagliari del 1970, quando un suo intervento su un cross di Furino si trasformò in un tiro involontario che spiazzò il proprio portiere. Di quella carriera ricca di episodi simili, Niccolai ricordava autogol in partite contro Roma, Perugia e Catanzaro. Proprio a Catanzaro, nella 300ª gara arbitrata da Concetto Lo Bello, Niccolai si rese protagonista di uno degli episodi che consolidarono la sua fama.
In un'intervista all'AIC, Niccolai dichiarò: "Rammento gli autogol... Sembrava che ne segnassi 10 a stagione… Per fortuna feci anche 4 gol veri. Mi piacerebbe essere ricordato per il Mondiale ’70, per lo scudetto a Cagliari o per la carriera da allenatore, ma in fondo l’importante è essere ricordati".
La carriera e lo scudetto con il Cagliari
Comunardo Niccolai è stato un difensore di altissimo livello, noto anche con il soprannome di “agonia” per il suo fisico asciutto. La sua carriera è indissolubilmente legata al Cagliari, squadra con cui ha conquistato il leggendario scudetto del 1970. Niccolai ha giocato per 12 stagioni con i sardi, diventando un simbolo del club. Oltre al Cagliari, ha vestito le maglie di Torres, Chicago Mustangs, Perugia e Prato. Con la nazionale italiana, ha partecipato ai Mondiali del 1970 in Messico, conquistando un prezioso argento.
L'affetto di Catanzaro
Catanzaro, città che ha visto uno dei momenti più particolari della carriera di Niccolai, si unisce al cordoglio per la sua scomparsa. I tifosi ricordano con affetto quel difensore ruvido e generoso, capace di regalare emozioni e momenti indimenticabili sui campi di calcio. L'eco delle sue gesta, sia per gli autogol che per le azioni difensive, rimarrà viva nella memoria di chi ama il calcio.
Comunardo Niccolai ci lascia un'eredità fatta di passione, dedizione e una storia di vita che va oltre i confini del campo da gioco. Una figura che il calcio italiano non dimenticherà mai. (Fanpage)