Cronaca

Catanzaro; laboratorio di riciclo creativo Ra.Gi.

Catanzaro 4 maggio 2012 - E’ molto difficile per un malato di demenza far entrare un bottone in un'asola, girare un interruttore, raccogliere qualcosa. Questo genere di problemi è noto con il nome di "aprassia” e accade perché, sebbene non sia successo nulla alle braccia, alle mani e alle gambe, il cervello non riesce più a trasmettere alla periferia i messaggi appropriati.

Le difficoltà di coordinazione e di manipolazione degli oggetti hanno ripercussioni sulla vita quotidiana, rendendo complicate le attività più comuni come vestirsi e lavarsi. E allora come fare a far svolgere agli anziani con demenza un determinato compito, senza generare imbarazzo per il loro insuccesso e farli sentire goffi e incapaci? Basta utilizzare oggetti di uso quotidiano che, ormai privi di valore ed utilità, possono riprendere vita sotto altre forme, a seguito di una semplice lavorazione.

È la ‘magia’ del Laboratorio di Riciclo Creativo messo a punto dagli operatori della Ra.Gi Onlus all’interno dello Spazio Alzheimer e Demenze Neurodegenerative di Via Fares. Pensato dal responsabile gestionale del Centro, Mauro Vitaliano, questo laboratorio, che consiste nella creazione di oggetti ornamentali con l’utilizzo di materiali da riciclo, si sta rivelando affascinante e divertente agli occhi degli utenti e perfettamente in linea con le linee guida dell’attività terapeutica dello Spazio Alzheimer, che mira soprattutto a conservare il più a lungo possibile le abilità residue degli ospiti, sia a livello cognitivo che manuale e motorio. [MORE]

Dunque un perfetto connubio di intenti: quello terapeutico e quello eco – sostenibile, che si intrecciano dando vita ad un affascinante viaggio all’insegna della creatività. Guidati dagli operatori, gli ospiti procedono alla lavorazione dei materiali. Si tratta di oggetti di vario uso: bottiglie di plastica colorate, tappi di plastica colorati, cartoncini ricavati da vecchie scatole, bottiglie di vetro, bottoni, vecchie lampadine, ecc. Il percorso di creazione degli oggetti viene vissuto dagli utenti come un momento di operosità nel quale essi ritrovano il loro antico modo di darsi da fare mettendo in campo le proprie abilità. Il mestiere svolto in passato rivive attraverso i gesti di queste persone, che inconsapevolmente si riscoprono capaci di realizzare dei piccoli capolavori, con la perizia e la precisione impiegata in passato nel loro lavoro.

“Sembra facile assistere questi anziani indifesi e tornati bambini”, spiega Mauro Vitaliano, “ma dietro la serenità dei nostri ospiti c'è uno staff efficiente e preparato: nessun gesto nervoso, risposte dolci, indicazioni ferme, ma gentili. Tutti noi lavoriamo proprio per creare un clima di fiducia e di sicurezza. Gli ospiti si sentono tranquilli, li teniamo impegnati, li facciamo “lavorare” e la sera, quando vanno a casa, sono “stanchi” ma sereni proprio come se avessero trascorso una serena giornata di lavoro.

La formula segreta per ottenere questi risultati”, prosegue Vitaliano, “è la messa in atto di una serie di attività adattate a loro ed alle loro capacità residue pensate proprio per non creare panico e chiusura e per non arrivare alla domanda che li angoscia più di altre: come mai non lo so più fare? Per quanto ci è possibile”, conclude l’operatore, “cerchiamo invece di rendere il paziente indipendente, autonomo nelle sue possibilità, dandogli anche la possibilità di sbagliare senza essere sgridato come potrebbe avvenire nella sua famiglia, cerchiamo di rassicurarlo quando la frustrazione lo coglie perché si sente incapace e maldestro”.