Cronaca

Catanzaro: dipendente pubblico percepiva sia stipendio che pensione

CATANZARO, 12 MAGGIO 2015 - La Guardia di Finanza ha scoperto un danno erariale per 700mila euro. Le indagini hanno avuto origine dalla vicenda di un dipendente pubblico di Catanzaro che, raggiunti i previsti limiti di età, aveva richiesto di essere posto in pensione, ottenendo contestualmente dall’Inps la corresponsione del trattamento pensionistico. [MORE]

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, nell’ambito di servizi di iniziativa a tutela della spesa pubblica, ha segnalato alla procura regionale della Corte dei Conti per la Calabria un danno erariale di quasi 700mila euro. Le indagini hanno avuto origine dalla vicenda di un dipendente pubblico di Catanzaro che, raggiunti i previsti limiti di età, aveva richiesto di essere posto in pensione, ottenendo contestualmente dall’Inps la corresponsione del trattamento pensionistico. Raggiunta la pensione, dopo pochi giorni il dipendente ha presentato domanda di riammissione in servizio presso la stessa azienda in cui lavorava, confidando che le esigenze di organico gli avrebbero consentito di tornare immediatamente al suo posto. Nessuno tra i preposti a curare i rapporti con l’Inps ha segnalato all’ente di previdenza che il trattamento pensionistico avrebbe dovuto essere sospeso.

Per i dipendenti pubblici, infatti, vige il cosiddetto divieto di cumulo tra pensione di anzianità e stipendio derivante dal rapporto di lavoro nuovamente instaurato. Per i dipendenti pubblici, infatti, vige il cosiddetto divieto di cumulo tra pensione di anzianità e stipendio derivante dal rapporto di lavoro nuovamente instaurato. L’uomo, grazie anche alla negligenza di altri tre preposti ai controlli di regolarità dell'azienda pubblica, è riuscito a vedersi indebitamente riconosciuta una duplice fonte di reddito in violazione di legge e in evidente danno alla spesa pubblica. L’intervento delle fiamme gialle, dunque, ha consentito di portare alla luce le violazioni commesse e l’indebito beneficio protratto per ben sette anni, nonché di segnalare tutta la vicenda, individuandone i responsabili, all’autorità contabile.

 

 

Giuseppe Sanzi