Politica
Catanzaro, Arssa: lavoratori ex Esac impresa, "no alla riforma"
Catanzaro, 1 agosto 2012 - I lavoratori dell'ex Esac Impresa e delle attivita' denominate non connesse, a seguito dell'approvazione dalla seconda commissione consiliare regionale sul processo di riforma dell'Arssa, esprimono "la propria contrarieta' e preoccupazione, in quando non e' prevista alcuna soluzione per le funzioni che essi svolgono, le quali rischiano di essere smantellate e svendute con conseguenze sia sulla tenuta occupazionale dei lavoratori nonche' per la crescita e lo sviluppo del territorio.
E' ora di finirla - si legge nel documento diffuso da Cgil, cisl e Uil - con i proclami e i tatticismi politici sullo sviluppo delle aree interne, con impegni fini a se stessi che stridono con decisioni che vanno nella direzione opposta. Occorre un serio rilancio dell'economia della montagna, a cui va agganciata la missione dei nuovi enti strumentali che devono prevedere le attivita' che si sono costituite negli anni riorganizzando le stesse rispetto ai fini dell'ente". [MORE]
I lavoratori, inoltre, esprimono preoccupazione "per le dichiarazione del dirigente del bilancio Pietro Manna fatte in commissione il 31 luglio che parla di incertezza nella copertura dei costi del personale dell'Arssa in liquidazione e sembrerebbe voler trasferire i 14 milioni previsti per ex Esac impresa e di altre attivita' non connesse ai fini istituzionali alla copertura finanziaria della nuova azienda.
E' paradossale - si legge - che in una fase di spending review l'incertezza piu' grande riguardino le poste finanziarie. Nello stesso tempo, i lavoratori sono contrari a soluzioni pasticciate sulle ipotesi di trasferire strutture come gli impianti a fune e le attivita' collaterali ad altri soggetti come le Ferrovie della Calabria che attraversano una situazione di emergenza finanziaria specifica, cosi' come ipotesi industriali gia' sperimentate come la "Pagliara" chiusa ed in regime di fallimento. Cosi' come - secondo i sindacti - non sono percorribili percorsi di trasferimento alle province e comuni in una situazione di incertezza giuridica e per i tagli ai bilanci degli stessi".
Per questo motivo, i lavoratori hanno deciso di mobilitarsi con la presenza al consiglio regionale giorno 3 Agosto e da domani di riunirsi in assemblea permanente "per chiedere chiarezza sia sul futuro occupazionale che sul destino delle infrastrutture, come gli impianti di risalita, indispensabili per la crescita dell'economia delle comunita' delle aree montane". I lavoratori "fanno appello all'insieme delle forze politiche dell'opposizione del consiglio regionale di non approvare una legge di questa portata che metterebbe in difficolta' migliaia di lavoratori e le loro famiglie e penalizzerebbe ulteriormente la provincia di Cosenza, gia' fortemente penalizzata per i tagli nella sanita' e nel trasporto pubblico locale".