Cronaca

Catanzaro: 73 arresti, ma chi vive nell'illegalità per chi vota?

Riceviamo e pubblichiamo

CATANZARO -Vorremmo esprime la nostra soddisfazione per la recente inchiesta che ha portato all’arresto di circa 70 criminali operanti sul territorio del capoluogo di regione. La nostra solidarietà e il nostro ringraziamento va nello specifico agli operatori del diritto, forze di polizia e magistrati, che operano nonostante i continui tagli di risorse e le condizioni ambientali assolutamente non facili.[MORE]

 
Da anni diciamo, e non siamo i soli, che il problema criminale della città di Catanzaro è un questione nazionale. È una questione di ‘ndrangheta,  e gli intrecci emersi, in questi giorni, tra i gruppi di nomadi stanziali e alcune pericolose e potenti famiglie di ‘ndrangheta del crotonese e del reggino ne sono solo l’ennesima conferma.
 
I metodi sono noti: la violenza disumana, la paura, il controllo arrogante del territorio, la disponibilità di droga e soldi, l’utilizzo di armi. L’unico modo per sottrarre dallo stato di terrore i tanti cittadini onesti che vivono in quelle zone è rimarcare la presenza dello Stato, annientando qualsiasi sacca di illegalità e riaffermando la democrazia. A questa azione deve, però, seguire la collaborazione di vittime e cittadini, perché solo insieme si vince.
 
Ci sembra inoltre doveroso chiedere conto al governo nazionale ed ai nostri rappresentati politici nazionali dei ritardi e delle omissioni che negli ultimi tempi sono stati denunciati nelle azioni di prevenzione e contrasto, come ad esempio la brutta vicenda piena di mancanze del Pon Sicurezza a Catanzaro.
 
A quanti hanno incarichi pubblici chiediamo di lavorare contro le mafie senza strumentalizzazioni o visioni partitiche, ognuno dal suo posto, al di là di rivendicazioni e campagne di comunicazione, solo per il bene comune.

Vorremmo vedere un lavoro concreto e una interruzione vera dei legami politico-elettorali con il mondo della criminalità organizzata, piuttosto che leggere comunicati pieni di compiacimento. I comizi si facciano nei territori  in pericolo, rifiutando apertamente, con comportamenti e nei fatti forme perverse di aiuto. Marcando le differenze che ci sono nell’intendere la funzione della politica e che l’applicazione di una legge come quella Lazzati, da noi sostenuta per anni, farà sicuramente emergere.
Con chiarezza si dica no alla mafia. Si dica no ai suoi voti. Si lavori per annientarla.
 
Questi criminali arrestati sono cittadini italiani. Votano e controllano il voto su una porzione dello Stato Italiano. Chi ci guadagna? Quale è l’oggetto dello scambio? Che fine farà l’interesse pubblico? Possibile che il mondo politico nazioanle, regionale e cittadino cada dalle nuvole sentendo simili domande?
Ai cittadini non resta che meditare e ben esercitare il proprio diritto-dovere di voto.


Associazione Universitaria Calabrese Ulixes