Catania, uccide il figlio di tre mesi lanciandolo a terra: arrestata
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CATANIA, 3 DICEMBRE – Una giovane madre di 26 anni è stata arrestata quest’oggi dalla Polizia con l’accusa di avere ucciso il proprio figlio di appena tre mesi. La vicenda è accaduta lo scorso 14 novembre: il piccolo sarebbe stato scaraventato a terra dalla donna.
Portato d’urgenza al Pronto Soccorso di Cannizzaro, il bambino è stato poi trasferito nel reparto di rianimazione della Neonatologia del Garibaldi-Nesima, dove è morto il giorno seguente a seguito delle gravi ferite riportate alla testa. La madre, in un primo momento, aveva dichiarato che il bambino le era scivolato dalle braccia, provando dunque a far passare l’efferato gesto come un incidente domestico, avvenuto in casa della nonna paterna. Successivamente, però, si è accertato che il bambino è stato lanciato a terra con violenza.
“Non volevo uccidere mio figlio, non so spiegare cosa è successo, avevo la mente oscurata. Io amavo mio figlio”. Sono queste le parole pronunciate dalla donna, accusata di omicidio aggravato, ai Pm dopo l’arresto. Ai magistrati, la ventiseienne avrebbe raccontato che quel giorno si era sentita male e la sua intenzione era quella di “gettare” il figlio “sul letto e non per terra”. “Quel giorno stava male – precisa il legale difensore della donna – e aveva chiamato suo padre, che era al lavoro, per dirgli se poteva tornare a casa. La signora ha avuto un’infanzia dolorosa per la morte della madre, che ha perso quando aveva 11 anni. Quando è rimasta incinta è andata a vivere con la nonna”.
Ci sarebbe dunque un passato di sofferenza alle spalle della giovane madre, ma anche una gravidanza difficile che ha affrontato da sola senza il sostegno del ragazzo con cui ha concepito il bambino. Dopo la nascita del piccolo, la donna avrebbe sofferto di depressione post-partum “che ha aggravato la sua condizione di persona fragile psicologicamente”, afferma il penalista dell’indagata.
Per il nonno della vittima “si è trattato di un incidente”. L’uomo racconta che sua figlia “era depressa” e di aver prenotato una visita specialistica alla quale però non sarebbe mai andata. Di contro, per il GIP che ha disposto la misura cautelare in carcere, la donna “ha agito al fine di uccidere” il proprio figlio.
Luigi Cacciatori