Estero

Catalogna, vittoria degli indipendentisti ma per la secessione i voti non bastano

 BARCELLONA, 28 SETTEMBRE 2015 – Giornata storica per la Catalogna nel giorno del voto per il Parlamento regionale, trasformato da Artur Mas e dal blocco secessionista in un referendum sull'indipendenza: in massa i cittadini si sono presentati alle urne – il 77%, consacrando la vittoria della lista “Junts pel si” che si è accaparrato 62 seggi; 25 sono invece andati a Ciudadanos, il partito anti-catalanista di Albert Rivera, mentre il Partito socialista perde quattro scranni dei venti guadagnati alle scorse elezioni. Calo anche per Podemos e gli eco-socialisti di Icv, con 11 deputati in tutto; a pari merito il Partito Popular, che paga caro l'opposizione alla Catalogna del premier Mariano Rajoy. Fuori dalla camera infine Uniò, il partito moderato di Duran Lleida.

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Il novero catalano non riesce invece a raggiungere il 50%: fermi al 48, il fronte secessionista paga lo scotto di una maggioranza frammentata di chi propone altre strade, dalle riforme ai negoziati. Barcellona e Tarragona hanno fatto la differenza, con un sonoro No alla separazione dal governo centrale di Madrid. Per Artur Mas è comunque un successo, e tra il popolo indipendentista in festa il risultato sembra piuttosto una ennesima spinta ad andare avanti. Si prevede ora una dichiarazione unilaterale di indipendenza in 18 mesi, con la creazione di nuove strutture di Stato per un futuro governo costituente. La Cup decreterà la compattezza delle alleanze, ma già in campagna elettorale ha lasciato intendere che un risultato inferiore al quorum sarebbe insufficiente per una dichiarazione unilaterale di indipendenza. Rivera invece è ostinato è va avanti, “La vecchia politica è morta. Noi catalani vogliamo continuare ad essere quello che siamo: spagnoli”.

Foto: mister-x.com

Dino Buonaiuto