Info Lavoro
Cassazione:immigrati regolari con il permesso di soggiorno hanno diritto alla pensione di invalidità
LECCE, 05 APRILE 2012- Agli immigrati in regola con il permesso di soggiorno soggiornanti in Italia spetta, come ai cittadini italiani, il diritto a ricevere la pensione di invalidità civile nel caso in cui abbiano subito una elevata riduzione della capacità lavorativa e versino in disagiate condizioni di reddito, senza che per ottenere il beneficio sia richiesta la permanenza nel nostro Paese da almeno cinque anni. Ad evidenziarlo è Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, a seguito della lettura della sentenza numero 4110/2012 dando ragione a una immigrata contro l’Inps che non voleva darle l’assegno.
L’importo gli era stato riconosciuto ma solo per il periodo successivo alla data in cui gli era stata riconosciuta la cittadinanza italiana. Per il periodo precedente, i giudici di merito le avevano negato avevano ogni diritto. La donna che, prima del 2009 era comunque in possesso di regolare permesso di soggiorno si è rivolta così alla Suprema Corte che le ha dato ragione rinviando il caso la corte d'appello di Genova e facendo notare che già nel 2008 la stessa Corte di Cassazione aveva affermato che "al legislatore e' consentito subordinare non irragionevolmente l'erogazione di determinate prestazioni alla circostanza che il titolo di legittimazione dello straniero al soggiorno nel territorio dello Stato ne dimostri il carattere non episodico e di non breve durata".[MORE]
Se quindi gli immigrati sono regolari spiega Piazza Cavour, non si possono discriminare "stabilendo nei loro confronti particolari limitazioni per il godimento dei diritti fondamentali della persona riconosciuti invece ai cittadini". Bocciata anche la tesi dell'Inps è secondo cui per ottenere diritto all'invalidità sarebbe stata necessaria una permanenza in Italia dell'immigrato per almeno cinque anni.
(notizia segnalata da giovanni d'agata)