Caso Yara Gambirasio: "Uccisa per le avances respinte. Bossetti malvagio"
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BERGAMO, 28 SETTEMBRE - Sono state depositate le motivazioni della sentenza con la quale i giudici della Corte d’assise di Bergamo hanno condannato all’ergastolo, il primo luglio scorso, Massimo Giuseppe Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazzina di 13 anni, scomparsa da Brembate di Sopra il 26 novembre del 2010 e trovata uccisa a Chignolo d’Isola tre mesi dopo. [MORE]
Nelle 158 pagine di motivazioni della sentenza, i magistrati definiscono il delitto della giovane ginnasta “di inaudita gravità”. Erano stati i legali di parte civile a introdurre nella discussione il “movente sessuale” con una richiesta di risarcimento di 3 milioni e 200 mila euro,. “Le lettere che Bossetti ha inviato a una detenuta sono indicative dei suoi gusti sessuali, in linea con le ricerche trovate nel computer della famiglia: in entrambi si parla di dettagli intimi simili. Bossetti è un mentitore seriale, la cui memoria va e viene a seconda della sua convenienza” aveva sostenuto il legale durante il dibattimento.
La corte presieduta da Alessandra Bertoja ha messo nero su bianco i motivi che hanno portato al riconoscimento della sua responsabilità per il delitto con l’aggravante della crudeltà e dalla minorata età della vittima: “Le sevizie in termini oggettivi e prevalentemente fisici la crudeltà in termini soggettivi e morali di appagamento dell’istinto di arrecare dolore e di assenza di sentimenti di compassione e pietà”
“Il rinvenimento del profilo genetico di Bossetti – scrivono ancora i giudici – e la sua collocazione provano che egli è l’autore dell’omicidio; dai tabulati telefonici si ricava che la sera del fatto non era altrove;
Giuseppe Sanzi