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Caso Whirlpool, il ministro Patuanelli lascia il tavolo con l’azienda
ROMA, 20 SETTEMBRE – Prosegue la lotta serrata fra il Ministero dello Sviluppo Economico e ed il colosso americano del bianco, che non reputa proficui e redditizi gli investimenti negli stabilimenti campani, i quali sarebbero a questo punto divenuti insostenibili. Il MISE, dal canto suo, punta a salvare la storica ex sede Indesit di Napoli e convincere la multinazionale a desistere dai suoi propositi imprenditoriali, in memoria dell’impegno assicurato soltanto lo scorso ottobre e poi trasfuso anche in un accordo.
Dopo le schermaglie con l’ex ministro Di Maio, l’ennesimo tavolo di trattativa organizzato presso il Ministero di via Vittorio Veneto a Roma non ha sortito buoni effetti in termini di mediazione tra le parti: il neo ministro Patuanelli avrebbe chiesto ai rappresentanti dell’azienda di cancellare la procedura di cessione, chiedendo scusa ai lavoratori ed alle istituzioni dello Stato italiano, come precondizione per avviare qualsiasi discussione volta a ricercare un compromesso. Il ministro non avrebbe preso di buon grado il rifiuto delle proprie richieste, decidendo dunque di interrompere bruscamente il tavolo delle trattative.
I vertici dell’azienda, in realtà, forniscono una versione differente: l’amministratore delegato di Whirlpool Italia, Luigi La Morgia, uscendo dal Dicastero ha risposto alle domande di alcuni cronisti da cui è stato riconosciuto, ai quali ha riferito di un “incontro costruttivo, in cui è stata ripercorsa tutta la storia del sito di Napoli per cercare una soluzione”. La Morgia comunque sostiene che in effetti la Whirlpool non abbia cambiato la propria posizione e che i suoi vertici italiani lo abbiano ribadito anche oggi al Ministero; è stata però prospettata la possibilità che lo stabilimento di Napoli (che attualmente conta 410 dipendenti) venga ceduto alla PRS Passive Refrigeration Solutions SA di Lugano, che potrebbe proseguirvi la produzione di elettrodomestici oppure riconvertire il sito ma in ogni caso mantenendo i livelli di impiego.
L’ad del colosso statunitense starebbe dunque provando a convincere il MISE della solidità aziendale e delle capacità economiche di PRS: “Abbiamo fatto un’analisi di dettaglio del loro piano e dei possibili investimenti e siamo convinti che sia una soluzione solida. La decisione di cedere il sito in ogni caso verrebbe presa a difesa dei lavoratori”. Rispondendo allo scetticismo espresso dai sindacati a proposito delle effettive capacità aziendali dei produttori svizzeri, La Morgia ha affermato di reputare normali le loro reazioni, “ma soltanto perché nessun rappresentante dei lavoratori ha ancora avuto finora la possibilità di sentire i vertici di PRS a viva voce e toccare con mano i loro piani. Dunque auspichiamo che ciò possa accadere quanto prima”.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: ilmanifesto.it