Cronaca
Caso Scazzi: ergastolo per Sabrina e Cosima, nove anni per Misseri
TARANTO, 5 MARZO 2013 – Dopo quattro giorni di requisitoria dei pubblici ministeri, sono arrivate le richieste dell’accusa che delineerebbero il destino dei cinque partecipanti all’omicidio della quindicenne Sarah Scazzi, avvenuto ad Avetrana (TA) il 26 agosto 2010. L’accusa richiede l’ergastolo per Sabrina e Cosima Misseri, nove anni per Michele Misseri e otto anni per Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote di Michele. Alla lettura della condanna Sabrina, cugina della vittima, è scoppiata in lacrime.
Sabrina e Cosima sono state accusate di concorso in omicidio e sequestro di persona, infatti, secondo i pm le due donne ebbero tempo di accorgersi della loro azione ma non si fermarono e uccisero la ragazza. La motivazione era l’onore: Sarah aveva riferito al fratello Claudio che la cugina si era offerta ad Ivano ed era stata respinta; l’informazione era diventata di dominio pubblico, ma Sarah sapeva di più. ‹‹ Un delitto per motivi abbietti ›› con queste parole Pietro Argentino, il procuratore aggiunto della procura di Taranto, commenta l’omicidio ricordando, tra l’altro, che Sabrina non è nuova a scatti d’ira per motivi futili. [MORE]
Quanto agli altre tre imputati sono accusati di soppressione di cadavere. Secondo le ricostruzioni, infatti, sarebbero stati Michele, Carmine e Cosimo a buttare la ragazza nel pozzo. Non si conoscono i ruoli di ciascuno di loro nell’operazione, ma si è solo certi del coinvolgimento. Di seguito fu Michele Misseri ha stringere un patto con la sua famiglia e ad assumersi tutte le colpe.
Il pubblico ministero Buccoliero afferma, infine, che non era solo la gelosia a muovere le azioni di Sabrina, ma soprattutto la rabbia per il fatto che Sarah stava diventando una bella ragazza tale da attirare le attenzioni di Ivano, che era il bello del gruppo. A conclusione, Buccoliero, cita frasi riportate direttamente dal diario della ragazza che incastrerebbero Sabrina in merito alla lite avvenuta la sera prima dell’aggressione.
Erica Benedettelli
[immagine da lavocedimanduria.it]