Cronaca

Caso Ruby: il 18 luglio la sentenza della Corte d'Appello

MILANO, 20 GIUGNO 2014 - È iniziato quest’oggi il processo d’appello sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi condannato in primo grado a sette anni per concussione e prostituzione minorile.

Al termine dell’udienza odierna, dedicata alla relazione introduttiva eseguita dal giudice a latere, Concetta Locurto, il presidente del collegio Enrico Tranfa ha comunicato le varie scadenze processuali. L’11 luglio sarà il turno del procuratore generale, Pietro De Petris, al quale seguirà il 15 luglio l’udienza dedicata ai difensori dell’ex presidente del Consiglio. Il 18 luglio sarà invece la volta dei giudici della seconda Corte d’Appello di Milano che entreranno in camera di consiglio per emettere la sentenza. T

Tuttavia, come anche richiesto dalla difesa, non è da escludere la possibilità che al temine della camera di consiglio i giudici decidano di rinnovare il dibattimento con un’ordinanza. È la prima volta, dopo la condanna definitiva per frode fiscale, che Silvio Berlusconi ha un processo a carico senza poter beneficiare dell’immunità parlamentare. Per la stessa condanna il leader di Forza Italia è, come noto, ai servizi sociali presso la Fondazione “Sacra Famiglia” di Cesano Boscone. Un impegno questo che, secondo quanto stabilito dal tribunale di sorveglia e dalla Corte d’appello, durante le fasi processuali non potrà essere considerato “non ostativo”, ovvero come legittimo impedimento.

Altra rilevante novità riguarda la difesa di Berlusconi che non sarà più costituita dallo storico binomio Niccolò Ghedini e Piero Longo, entrambi indagati assieme al loro ex assistito, per ipotesi di corruzione in atti giudiziari nell’indagine “Ruby-ter”, ma dagli avvocati Franco Coppi e Filippo Dinacci. Lo stesso avvocato Coppi si è espresso sull’ipotesi di chiedere il trasferimento del processo: «Non abbiamo preso in esame alcuna possibilità di un’istanza di rimessione».[MORE]

Inoltre, sulla presenza o meno di Berlusconi nelle varie udienze, Coppi ha anche tenuto a precisare che l’ex premier sarà in aula «se la sua presenza sarà utile. Ogni volta che si muove – ha spiegato il legale – si muove un esercito appresso, se non è necessaria la sua presenza è inutile farlo venire con tutto il rispetto per la Corte».

(Immagine da ibtimes.com)

Giovanni Maria Elia