Cronaca
Caso Regeni, vertice a Roma con i magistrati egiziani
ROMA, 8 SETTEMBRE - Continuano le indagini sulla morte di Giulio Regeni. Emergono nuovi particolari terrificanti dall’autopsia svolta in Italia ed è ormai chiaro che non si è trattato di nessun incidente. Il corpo mostrerebbe che per giorni, diverse persone hanno partecipato alle torture del ricercatore italiano. I risultati dell’esame autoptico mostrano ossa rotte, denti spezzati e tumefazioni ovunque. Tante anche le fotografie del cadavere, contenute nelle 225 pagine di relazione del professor Vittorio Fineschi, da mesi a disposizione anche delle autorità del Cairo. [MORE]
Nelle prossime 48 ore gli investigatori egiziani, guidati dal procuratore generale egiziano Nabil Ahmed Sadek, incontreranno il procuratore Giuseppe Pignatone e il team di inquirenti italiani. Fineschi segnala inoltre alcuni particolari decisivi: qualcuno avrebbe tracciato alcune lettere sul suo corpo. "Sulla regione dorsale - scrive -, a sinistra della linea si trovano un complesso di soluzioni disposte a confermare una lettera". Stessa cosa all'altezza dell'occhio destro, a lato del sopracciglio. E poi sulla mano sinistra dove c'era una X. Lettera presente anche sulla fronte.
Tanta rabbia nelle parole dei genitori di Giulio, che continuano a chiedere giustizia per loro figlio: "Ci sembra chiaro che le torture che gli sono state inflitte, i tempi e le modalità dei supplizi che nostro figlio ha dovuto sopportare non possono che essere l'opera perversa di qualche professionista della tortura" dicono Paola e Claudio Regeni. "È evidente – continuano - che non possiamo parlare di incidente ma non riusciamo ancora a capire come si possa dubitare che Giulio sia stato torturato; c'è un'azione mirata e sistematica sul corpo del povero Giulio. Azioni che possiamo ricondurre alle modalità già variamente e riccamente illustrate da vari rapporti internazionali, come quelli di Amnesty. So che per chi vive in Italia non esiste sistema cognitivo ed emotivo per anche solo riuscire ad immaginare cosa sia successo a Giulio. Ma il suo corpo parla".
Giuseppe Sanzi