Regeni, Gentiloni: "Impegno per verità". I genitori: "Vogliamo sapere chi ha ucciso nostro figlio"
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ROMA, 25 GENNAIO - "Un anno dall'orribile uccisione di Giulio Regeni. Vicinanza alla famiglia. Impegno con la magistratura per ottenere #veritapergiulioregeni". Lo scrive il premier Paolo Gentiloni in un tweet nell'anniversario della scomparsa del ricercatore friulano.
Giulio Regeni, anni 28, si trovava al Cairo dal settembre 2015 per svolgere un dottorato di ricerca sui sindacati egiziani. È scomparso il 25 gennaio 2016 poco dopo le ore 19.30. Secondo le informazioni emerse sulla vicenda, del giovane si persero le tracce dal quartiere El Dokki, dove in quel periodo risiedeva. Dalla ricostruzione dei fatti, quella sera Regeni avrebbe dovuto prendere la metropolitana per incontrare il suo tutor. Quel giorno coincideva con il quinto anniversario della rivoluzione di piazza Tahrir, una ricorrenza temuta dalle autorità egiziane che avevano blindato le principali piazze del Paese prevedendo manifestazioni di massa contro il governo.
Il corpo senza vita del ricercatore fu rinvenuto il 3 febbraio, lungo la strada che collega la capitale egiziana ad Alessandria. I risultati degli esami autoptici rivelarono che Giulio fu sottoposto a torture per diversi giorni. Sul suo corpo sono stati trovati segni di bruciatura di sigaretta, colpi alla testa e una serie di lesioni da arma da taglio.[MORE]
In una lettera pubblicata quest'oggi dal quodiano 'La Repubblica' i genitori di Giulio, Paola e Claudio Regeni, hanno raccontato il doloroso percorso che stanno affrontando dal giorno in cui furono informati che Giulio era sparito dal Cairo. "In questo anno - scrivono i coniugi Regeni - abbiamo visto e stiamo ancora vivendo tutto il male del mondo. Questo male continua a svelarsi pian piano, come un gomitolo di lana, ma questo oltre ad essere il frutto di un costante lavoro di chi segue le indagini è anche il risultato della vicinanza di tutte le persone che in Italia e nel mondo chiedono con noi 'verità' per Giulio".
Dalle parole dei due genitori provati, addolorati e che vivono con un pensiero costante, arriva un forte desiderio di apprendere la verità e di ottenere chiarezza sulla vicenda: "Ora è soltanto il momento della verità. Vogliamo sapere chi, come e perché senza saltare nessun passaggio della catena, ha ucciso e torturato nostro figlio".
Luigi Cacciatori
Immagine da lastampa.it