Estero
Caso Regeni, Egitto accusa: "Quanto successo è colpa sua"
IL CAIRO, 22 SETTEMBRE - Il caso Giulio Regeni continua a rendere tesi i rapporti Italia-Egitto. Durante l’incontro di mercoledì con il premier Gentiloni, il presidente egiziano al Sisi ha ribadito "il massimo impegno nella ricerca della verità e la consegna dei responsabili alla giustizia", secondo quanto ha riportato la televisione al Arabiya. Quasi nelle stesse ore, però, gli egiziani hanno discusso il caso Regeni con i Paesi della regione, e secondo fonti molto autorevoli nell’area del Golfo Persico l’atteggiamento è stato esattamente opposto. [MORE]
La posizione degli alleati del Cairo, durante alcuni colloqui ad alto livello avvenuti a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu, è stato chiara: se c’è stato un errore, è venuto il momento di correggerlo. Il rischio è quello di compromettere le relazioni regionali e non solo: anche temi molto delicati come la stabilità della Libia, la Siria, l’emergenza migranti e la lotta al terrorismo. Per gli alleati dell’Egitto, quindi, a questo punto sarebbe meglio fare chiarezza, scegliere la via della trasparenza, assumersi le proprie responsabilità e superare la crisi.
La risposta dei rappresentanti del governo egiziano, però, è stata di netta chiusura. La colpa - avrebbero detto - è di Regeni: il Cairo non ha fatto nulla di male e gli italiani stanno esagerando la questione. Non è una novità: gli egiziani si erano comportati nella stessa maniera quando a sollevare il problema era stato l’allora segretario di Stato americano Kerry. Il ministro degli Esteri Shoukry gli aveva risposto che Regeni era stato vittima di un gioco sessuale finito male, provocando uno scontro con il capo della diplomazia americana, che gli aveva replicato di possedere le prove della responsabilità del regime.
Un atteggiamento di totale chiusura insomma, che si ripete adesso anche con Paesi amici e vicini, con una forte influenza sul Cairo e interessi comuni. L’elemento a favore dell’Italia, allora, è che ora anche i Paesi del Golfo più influenti si sono stancati di questa situazione, al punto da sollevarla durante gli incontri istituzionali con i colleghi egiziani. Ciò potrebbe rendere insostenibile la linea del muro, nel prossimo futuro.
Claudio Canzone
Fonte foto: ilfattoquotidiano.it