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Caso Pussy Riot: attacco hacker al sito del tribunale

MOSCA, 21 AGOSTO 2012 - Le Pussy Riot, condannate a due anni di carcere dal tribunale di Khamovnichesky, per "teppismo motivato dall'odio religioso", si sono conquistate l'appoggio dell'opinione pubblica.

Le dissidenti sono diventate il gruppo russo più famoso al mondo e l'avvocato delle tre ragazze, Mark Feigin, ha fatto sapere che il loro nome è in corso di registrazione come "brand". Sebbene l'incarcerazione delle tre punk possa fruttare loro un' ottima pubblicità nel mondo della musica, resta da affrontare la difficoltà rappresentata dai due anni di carcere.

Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, le quali hanno figli, temono che i servizi sociali possano portarglieli via, perciò l'avvocato ha preparato dei documenti per la custodia. Difendendo i loro princìpi morali, hanno rinunciato a chiedere la grazia a Putin, commentando: <<Che vada all'inferno>>.[MORE]

Il tutto nacque dalla loro performance, chiamata "Putin sta soffiando sul fuoco della Rivoluzione", nella quale invocarono la Vergine Maria per salvare la Russia dal governo Putin, cantata presso la cattedrale di Cristo Salvatore, il 21 Febbraio.

Oggi, oltre alle numerose manifestazioni per la liberazione delle tre, è stato reso noto un attacco hacker al sito del tribunale che le ha condannate. Sulla Home Page, oltre allo slogan "Free Pussy Riot", è apparso il video della canzone più recente della band ed anche il filmato di un cantante gay bulgaro.

Lo scopo dei pirati del web era senz'altro quello di scatenare l' ira di Putin e di far capire l'importanza che avrebbe la scarcerazione delle ragazze.

Il tribunale ha comunicato che presto il sito web tornerà ad essere online ed operativo, mentre in tutto il mondo le giovani sono diventate il simbolo della libertà repressa nel mondo moderno.

(Foto da www.tmnews.it)

Alessia Malachiti