Politica

Caso Penati: gli ultimi sviluppi

Monza, 3 SETTEMBRE 2011 Nel giorno in cui Francesco Rutelli, leader di Api, viene suo malgrado chiamato in causa per avere ricevuto dall’imprenditore Pino Di Caterina una somma di denaro per l'iniziativa politica a margine del comizio elettorale tenuto a Sesto nella primavera del 2001 (Rutelli era candidato alla premiership) su indicazione di Filippo Penati, l’affaire Sesto San Giovanni si delinea con maggiore chiarezza. [MORE]Nel ricorso depositato dalla procura di Monza presso il Tribunale di riesame dove si deciderà della legittimità della decisione del Gip che ha respinto l’ordine di custodia cautelare a carico di Penati e del suo collaboratore Vimercati, i pm Mapelli e Macchia definiscono il quadro del “sistema Sesto” fatto di un complesso intreccio di rapporti tra politica ed affari. Gli atti depositati dagli inquirenti potrebbero dimostrare l’esistenza di un collegamento tra la gestione locale degli allora Ds e la direzione centrale del partito. In particolare, viene posta l’attenzione sull’affare che avrebbe portato la provincia di Milano presieduta da Penati nel 2004 ad acquisire dall’imprenditore Marcellino Gavio quote dell’autostrada Milano-Serravalle per un valore triplicato rispetto a quello sopportato dall’impreditore privato pochi anni prima (la provincia pagò 9 euro per azione contro i 3 sborsati da Gavio). La rilevanza penale dell’affare è tutta da dimostrare. Quel che è certo è che agli atti dell’inchiesta sulla scalata di Unipol all’Antonveneta risulta un’intercettazione di una telefonata nel 2004 tra Penati e Gavio in cui il presidente della provincia di Milano si presenta all’imprenditore dichiarandosi come uomo vicino a Pierluigi Bersani. Se la vicinanza politica tra Bersani e Penati nulla dimostra sul piano dell’etica pubblica e del diritto penale, è chiaro che se l’inchiesta dovesse trascinare dentro di sé anche aspetti relativi alla maxi-operazione della Serravalle-Milano sarebbe a serio rischio il tentativo del segretario del Pd di isolare la “mela marcia” Penati.


Nella riunione del coordinamento del partito di ieri, Bersani ha affermato che «faremo capire in che senso siamo diversi dal punto di vista dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e nel chiedere passi indietro se necessari a chi, ricoprendo incarichi, è oggetto di indagine ma non permetteremo di azzoppare il Pd come alternativa». Ha poi aggiunto che «il popolo del Pd ci chiede chiarezza ma anche di reagire di fronte a dichiarazioni, illusioni e teoremi calunniosi che vogliono dare del Pd un’immagine distorta».


Si è creata nell’attuale fase dell’inchiesta sul sistema Sesto una singolare coincidenza che potrebbe trascinare il Pd nelle secche dell’attacco politico-giudiziario. Per sostenere la tesi circa l’ipotesi di reato di concussione e finanziamento illecito dei partiti a carico di Penati, i pm di Monza dovranno dimostrare come vi sia una continuità nell’azione politica dell’ex sindaco di Sesto, sia come presidente della provincia di Milano che come candidato alla presidenza di Regione Lombardia (2010) e capo della segreteria politica di Bersani. Questa continuità d’azione passa per la capacità di influire sulle scelte amministrative in primis urbanistiche del successore alla guida del comune di Sesto Giorgio Oldrini, come per l’affare dell’autostrada Serravalle-Milano, fino ad arrivare alla forza di Penati dinnanzi agli organi nazionali del suo partito. In questo senso è all’attenzione degli inquirenti il finanziamento della fondazione Fare Metropoli riconducibile a Penati, collettore di fondi provenienti da diversi finanziatori, anche non locali, vicini a leader nazionali come D’Alema.
Se si dimostrerà che la forza di condizionamento politico fondata sulla gestione illecita della macchina pubblica da parte di Penati sfiora il livello nazionale del Pd, il segretario Bersani difficilmente registrerà alle tensioni interne che già ora, in un momento delicato per la vita del Pese stretto tra i problemi dell’economia, sembrano limitarne il campo d’azione.

Emiliano Colacchi.

Nella foto /fonte repubblica.milano.it, l'autostrada Serravalle Milano.