Cronaca
Caso Marò: la Corte Internazionale de L'Aia fissa l'udienza decisiva
L’AIA, 19 DICEMBRE – La Corte Permanente di Arbitrato – l’organizzazione internazionale che ha il compito di facilitare la risoluzione delle controversie tra gli Stati – ha annunciato di aver fissato il periodo in cui si terrà l’udienza finale sul caso della nave “Enrica Lexie” (conosciuto in Italia soprattutto come “caso dei due marò”), ovvero tra l’8 ed il 20 luglio 2019, presso il Palazzo della Pace a L’Aia. Si tratta, come noto, della controversia internazionale tra India ed Italia sorta in merito all’arresto, da parte della polizia indiana, dei due fucilieri di marina italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che erano imbarcati sulla petroliera italiana “Enrica Lexie” come nuclei militari di protezione dell’equipaggio. I due marò sono accusati di aver ucciso il 15 febbraio 2012 al largo della costa del Kerala (nell’area sud-occidentale della penisola indiana) due pescatori locali (Valentine Jelastine e Ajeesh Pink), a loro volta imbarcati su un peschereccio indiano.
Da quell’arresto nacque appunto una controversia internazionale tra i due Paesi interessati, in particolare riguardo la giurisdizione e l’immunità funzionale dei due militari. Il procedimento è appunto di competenza della Corte Internazionale di Arbitrato e l’udienza decisiva era stata inizialmente fissata per lo scorso 22 ottobre, ma fu rinviata per la morte di uno dei cinque giudici – quello di parte indiana – sostituito poi soltanto a novembre. La CPA, del resto, non è una Corte nel significato proprio del termine, quanto piuttosto un’organizzazione amministrativa che funge da strumento permanentemente e prontamente disponibile per servire come registro degli arbitrati internazionali e di altre procedure connesse, come commissioni d’inchiesta o di conciliazione. La Corte in questione, dunque, non è un tribunale arbitrale precostituito, bensì semplicemente un’organizzazione costituita da un elenco di persone designate dagli Stati parte della Convenzione con cui essa stessa fu fondata, da cui i Paesi che dovessero essere parti di una controversia internazionale possono scegliere gli arbitri da investire della questione.
Le udienze relative al caso marò dureranno circa una settimana, ma per la sentenza definitiva Latorre e Girone dovranno attendere la prossima estate, poiché generalmente la CPA emette le sue decisioni nel giro dei sei mesi successivi alle udienze. I due fucilieri di marina, in ogni caso, non dovranno tornare in India almeno fino all’esito della controversia, come temuto dai loro familiari nelle settimane e nei mesi successivi alla vicenda in cui sono stati coinvolti. Essi, in effetti, nel 2012 sono stati detenuti anche in carcere in varie città del Kerala, da Kochi a Kollam, fino a Trivandrum, prima di essere confinati presso l’ambasciata italiana a Nuova Delhi. Nel 2014, poi, il capo di prima classe Massimiliano Latorre fu colpito da un ictus e ricevette l’autorizzazione dalle autorità indiane per tornare in Italia a curarsi; successivamente, anche il secondo capo Salvatore Girone riuscì ad ottenere dal governo indiano nonché dalla Corte Suprema l’autorizzazione a trascorrere in Italia il periodo antecedente alla sentenza della Corte per l’Arbitrato, ufficialmente per “ragioni umanitarie”.
La partita, dunque, è ancora aperta e tutta da giocare. L’Italia continua sostanzialmente a sostenere che la petroliera “Enrica Lexie”, che i due fucilieri avevano l’incarico di proteggere dagli attacchi di eventuali gruppi di pirati, si trovasse in acque internazionali nel momento in cui avvenne il fatto, che si afferma peraltro essere stato oggetto di una missione militare e coperto quindi da immunità funzionale. Da parte sua, invece, l’India non ha mai accettato di ricondurre la questione ad una controversia di diritto internazionale del mare, qualificando sin da subito il fatto come duplice omicidio a tutti gli effetti, con la possibilità dunque di individuare in capo alle proprie autorità nazionali la giurisdizione sul caso.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: panorama.it