Estero

Caso Marò, no dell'India al rientro di Girone in Italia: "richiesta inammissibile"

NUOVA DELHI, 30 MARZO 2016 – Questa mattina alla Corte permanente di arbitrato dell'Aia si è aperta la prima udienza della causa tra Italia e India sulla vicenda dei due Marò, accusati da Nuova Delhi di aver ucciso nel 2012 due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala, durante una missione anti-pirateria. [MORE]

L'Italia chiede il rientro in Italia anche di Salvatore Girone, che si trova da tempo nell'ambasciata italiana di Nuova Delhi. «Salvatore Girone dovrebbe essere rimandato in Italia in attesa del giudizio finale di questa corte», ha affermato l'ambasciatore italiano Francesco Azzarello, agente del governo italiano, davanti alla Corte permanente di arbitrato dell'Aia. Girone, ha proseguito Azzarello, «è obbligato a vivere a migliaia di chilometri dal suo Paese e dalla sua famiglia, con due bambini ancora in tenera età», sottolineando come il fuciliere di marina «non sia stato formalmente incriminato». L'Italia, ha aggiunto l’ambasciatore, «si impegna in modo solenne a riportare i marò in Italia qualora la corte dovesse ordinarlo, ma un essere umano non può essere usato come una garanzia per la condotta di uno Stato».

Preso atto che il procedimento arbitrale sul caso marò «potrebbe durare almeno tre o quattro anni», Salvatore Girone rischia di rimanere «detenuto a Delhi, senza alcun capo d'accusa per un totale di sette-otto anni, determinando una grave violazione dei suoi diritti umani», per questo Girone «deve essere autorizzato a tornare a casa fino alla decisione finale» ha spiegato Azzarello.

«Al Fuciliere Girone vogliamo dire che l'Italia continua a lavorare con l'usuale e indispensabile discrezione, per lui e per il Fuciliere Latorre. A entrambi va il nostro pensiero affettuoso», ha poi concluso l’ambasciatore.

La risposta dell’India non si è fatta attendere. La richiesta italiana di far rientrare Salvatore Girone in patria è «inammissibile», così si legge nelle Osservazioni scritte dell'India, depositate al Tribunale arbitrale il 26 febbraio scorso e rese pubbliche oggi in occasione dell'udienza all'Aja. «C'è il rischio – prosegue il documento- che Girone non ritorni in India nel caso venisse riconosciuta a Delhi la giurisdizione sul caso». «Sarebbero necessarie – si legge infine- assicurazioni in tal senso dall'Italia, che finora sono state insufficienti».

[foto: italiaoggi.it]

Antonella Sica