Estero

Caso marò, no della Corte ai fucilieri: "si rispetti il sistema legale indiano"

 NUOVA DELHI, 16 DICEMBRE 2014 – Presentate in mattinata le istanze avanzate dai due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, in cui veniva richiesta l'attenuazione delle condizioni della loro libertà provvisoria; nello specifico, Latorre, in Italia da settembre per curare un ictus il cui rientro in India è previsto per il 13 gennaio, chiedeva una proroga di quattro mesi per potersi sottoporre a un intervento cardiaco, mentre Girone chiedeva di poter tornare per un breve periodo in Italia, in occasione delle festività natalizie. Le due richieste sono state presentate in tribunale dall'avvocato Soli Sorabjee, accompagnato da K.T.S. Tulsi, alla visione di tre giudici di una corte presieduta da H.L. Dattu: le due richieste sono state respinte, motivate dal fatto che l'inchiesta della morte dei due pescatori “non è finita” e “i capi di accusa non sono stati ancora presentati”. “Anche le vittime – ha concluso Dattu – hanno i loro diritti”.

[MORE]

Il dibattito e la decisione

Il presidente della corte si è da subito mostrato in disaccordo con le due richieste, pronunciando nei loro confronti ripetute obiezioni. La richiesta di Girone di rientrare a casa per un periodo di tre mesi, includendo le festività natalizie, ha impiegato breve tempo; circa 30 minuti di dibattito, invece, per la proroga richiesta da Latorre: il presidente ha ascoltato la difesa ma alla fine ha eccepito su diversi punti dell'istanza, sorprendendosi inoltre che fosse sollevato anche il problema della giurisdizione. Dattu ha infine chiesto rispetto del sistema legale indiano poiché – ha dichiarato - “se concedessi questo ai due richiedenti, dovrei farlo anche per tutti gli imputati indiani”.

Foto: autori.fanpage.it

Dino Buonaiuto