InfoOggi "Scomparsi e Delitti"
Caso Maiorana, parla il pentito Galatolo: "Uccisi per contrasti al cantiere"
PALERMO, 21 GENNAIO 2014 - Era il 3 Agosto dell'anno 2007 quando Stefano Maiorana, all'epoca ventiduenne, è scomparso da un cantiere di Isola delle Femmine (Palermo) insieme al proprio padre, Antonio Maiorana, imprenditore quarantasettenne.
Quella mattina, Antonio Maiorana avrebbe comunicato al capocantiere che lui ed il figlio si sarebbero allontanati per circa mezz'ora, ma non hanno mai fatto ritorno. Da quel momento la madre di Stefano Maiorana, Rossella Accardo, non ha mai smesso di cercare la verità.
Con la tenacia che conoscono solo le madri che cercano i propri figli, Rossella Accardo ha, di recente, iniziato uno "sciopero della parola", per smuovere le coscienze e per opporsi all'archiviazione delle indagini. Questa mattina, in esclusiva su "Repubblica", viene lanciata la notizia secondo cui il caso potrebbe essere giunto ad una svolta.[MORE]
Stefano e Antonio Maiorana, il pentito Vito Galatolo svela agli inquirenti: "Furono uccisi per contrasti al cantiere"
Il quotidiano "Repubblica" riporta infatti che Vito Galatolo, pentito di "Cosa Nostra", avrebbe rivelato ad i magistrati che Stefano ed Antonio Maiorana sarebbero stati uccisi per via di "Pesanti contrasti nella gestione del cantiere" , al quale non hanno fatto ritorno la mattina del 3 Agosto 2007.
Vito Galatolo, ex capomafia dell' Acquasanta, riferisce inoltre il nome di un uomo, il quale, secondo quanto racconta, sarebbe il mandante dell'omicidio. Su "Repubblica" si legge che, secondo il pentito, si tratterebbe di "Un imprenditore che si muove nella zona grigia fra mafia e colletti bianchi".
L'omicidio potrebbe essere stato autorizzato da "Cosa Nostra", questo spiegherebbe il motivo per il quale Vito Galatolo sarebbe a conoscenza dei retroscena. "Repubblica" specifica, però, che nel 2007 Palermo era in mano ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, i quali non sarebbero coinvolti nell'omicidio Maiorana.
Per i giudici il pentito "Appare soggettivamente credibile ed intrinsecamente attendibile", tant'è che è stata confermata la custodia in carcere di Vincenzo Graziano, capomafia citato da Vito Galatolo. Quest'ultimo, in passato, ha anche rivelato informazioni utili su un progetto di attentato ai danni del magistrato palermitano Nino Di Matteo.
Ad oggi, le dichiarazioni del pentito hanno consentito l'avvio di nuove indagini sulla scomparsa di Stefano ed Antonio Maiorana, che vengono coordinate dai pm Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Roberto Tartaglia.
Inoltre, sempre il quotidiano "Repubblica" fa sapere che, dalle parole dell'ex capomafia, sarebbero iniziate altre indagini su altri casi ancora irrisolti. Si tratterebbe di delitti commissionati dalle cosche mafiose, tra cui vi sarebbe anche quello di Davide Romano, ucciso nell'Aprile del 2011 con un colpo di pistola alla testa. Sul suo omicidio, Vito Galatolo riferisce: "È stato Calogero Lo Presti, perchè Romano, appena uscito dal carcere, comprava la droga fuori dalla borgata e voleva comandare".
(Immagine da cronaca-nera.it)
Alessia Malachiti