Cronaca
Caso Ferrulli, i giudici sui poliziotti assolti: «Non vi fu alcuna gratuita violenza»
MILANO, 1 OTTOBRE 2013 - Lo scorso 3 luglio la Corte d’Assise di Milano assolse i 4 poliziotti imputati di omicidio preterintenzionale per la morte di Michele Ferrulli, deceduto per arresto cardiaco il 30 giugno del 2011, a Milano, durante le fasi dell’arresto.
Quest’oggi vengono rese note le motivazioni della sentenza. «Non vi fu alcuna gratuita violenza ai danni di Michele Ferrulli» scrivono i giudici della Prima Corte d’Assise di Milano. Sempre secondo quanto scritto dai giudici il dibattimento «ha dimostrato l’infondatezza della contestazione del reato», poiché gli agenti, Michele Lucchetti, Roberto Stefano Piva, Sebastiano Cannizzo e Francesco Ercoli, hanno mantenuto una condotta lecita rispetto la situazione creatasi, smentendo anche l’utilizzo di manganelli o altro come contestato dalla Procura: «In realtà non fu usato alcun corpo contundente, la condotta di percorse consistette nei soli “tre colpi” e “sette colpi” dati in modo non particolarmente violento; tale condotta fu giustificata dalla necessità di vincere la resistenza di Ferrulli a farsi ammanettare; si mantenne entro i limiti imposti da tale necessità – aggiungono i giudici – rispettando altresì il principio di proporzione».
Inoltre, sempre secondo quanto si legge nella sentenza, «Michele Ferrulli dopo aver proferito reiterate ingiurie e minacce all’indirizzo dei poliziotti, dopo essersi rifiutato di fornire i documenti e dopo aver addirittura aggredito uno dei poliziotti, poteva essere legittimamente ammanettato».[MORE]
In merito alle grida di aiuto di Michele Ferrulli, in quei concitati momenti dell’arresto i giudici scrivono: «L’invocazione di aiuto non può di per sé fondare un giudizio di prevedibilità dell’evento lesivo derivante da un effettivo malore, ben potendo essere espressione di una simulazione volta a impedire l’arresto, come ben spiegato dal teste Sola».
(Immagine da giornalettismo.com)
Giovanni Maria Elia