Cronaca
Caso Cucchi, spunta un nuovo testimone: "Stefano non si reggeva in piedi, si aggrappava alle sbarre"
ROMA, 28 SETTEMBRE - “Stefano non si reggeva in piedi, si aggrappava alle sbarre”. A poco più di due settimane dal via del nuovo processo per la morte di Stefano Cucchi, spunta una nuova ed inedita testimonianza da parte di un detenuto, che afferma di aver incontrato il geometra nel carcere di Regina Coeli, in condizioni disperate. [MORE]
Sono parole sulle quali la difesa è decisa a puntare in vista dell’avvio del nuovo processo, in programma il 13 ottobre, che vede alla sbarra cinque carabinieri: tre accusati di omicidio preterintenzionale e due di falso e calunnia. “Siamo pronti all’ennesima gogna mediatica”, la replica di Roberto Mandolini, uno dei cinque imputati che all’epoca dei fatti era comandante interinale della Stazione Roma Appia.
Mandolini affida a Facebook il suo sfogo. “Noi siamo qui - scrive - e lavoreremo sereni e con la coscienza a posto. L’unica colpa dei Carabinieri è stata quella di arrestare una persona che spacciava sostanze stupefacenti al parco dell’Appio Claudio a Roma, vicino alle scuole medie. Tutto qui”. Poi conclude: “Noi non abbiamo nessuno dietro, non abbiamo la politica, le tv, i giornali, le radio, le Onlus, le associazioni pro Acab. Noi abbiamo solo i nostri Alamari, il nostro credo e la nostra onestà per affrontare il processo”.
Il nuovo testimone - spiega intanto l’avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo - “descrive il clima in cui era costretto a vivere chi era depositario di una verità diversa da quella cosiddetta ufficiale”. “Non ha parlato prima - sottolinea durante una conferenza stampa in Senato - perché era in carcere, a Regina Coeli. Ma adesso parla di uno Stefano che non si reggeva in piedi, con buona pace di coloro, periti compresi, che parlavano di lesioni dolose lievi”.
“Il 13 ottobre inizia il processo, quello vero”, le parole di Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano che da anni chiede “verità e giustizia” per il fratello. Ilaria ripercorre l’iter giudiziario, gli anni passati nelle aule di tribunale: dall’inizio della battaglia legale, nel 2013, fino all’assoluzione di medici e agenti di polizia penitenziaria che ebbero in custodia Cucchi dopo l’arresto.
“Si riparte da capo ma con un respiro diverso”, afferma ancora Anselmo. Per il legale della famiglia Cucchi il punto centrale del nuovo processo non sarà infatti il pestaggio, ormai accertato, ma l’aspetto medico legale. “Abbiamo un incidente probatorio ed una perizia che riconoscono il pestaggio di Stefano. Le indagini della Procura e della Squadra Mobile sono talmente complete che sono riuscite perfino a raccogliere la confessione da parte degli imputati di avere eseguito quel pestaggio”.
Claudio Canzone
Fonte foto: quotidiano.net