Cronaca
Caso Catania Calcio: revocati i domiciliari a Pulvirenti
CATANIA, 3 LUGLIO 2015 – Sono stati revocati gli arresti domiciliari ad Antonio Pulvirenti, presidente del Catania Calcio, sottoposto ai domiciliari lo scorso 23 Giugno e accusato di truffa e frode sportiva.
Il 29 Giugno scorso Pulvirenti, coinvolto nell’inchiesta I treni del gol, ha ammesso di aver comprato cinque partite per circa centomila euro l’una, al fine di evitare la retrocessione del club, che milita attualmente nel campionato italiano di Serie B. Dal gip di Catania sono stati revocati gli arresti domiciliari sia ad Antonino Pulvirenti che a Pablo Cosentino, amministratore delegato del Catania Calcio; i due sono, al momento, sottoposti solo all’obbligo di firma per quattro giorni alla settimana e al divieto di espatrio. Alla base della scelta del magistrato, la convinzione che, in seguito alla rassegna delle dimissioni da parte degli ormai ex presidente ed amministratore delegato, si sarebbero attenuate le esigenze di custodia cautelare. [MORE]
Sulla vicenda che riguarda il Catania Calcio si era espresso duramente, nei giorni scorsi, il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, che ai microfoni de La Zanzara su Radio 24 aveva dichiarato: «Pulvirenti? Questo signore che non conosco va radiato dal calcio. Noi stiamo cercando di portare le famiglie negli stadi e lui che fa? Ma come si permette di fare certe cose, di sporcare il calcio? Deve essere radiato, radiato, a me certa gente fa schifo. Gente come Pulvirenti – ha poi proseguito Ferrero - cerca di sporcare la cosa più bella del mondo, il calcio. Ormai ci è rimasto solo questo. Mi fa schifo, mi fa ribrezzo. Buttare la chiave? No, deve morire, è finito, non deve esistere, deve essere radiato lui, la squadra, tutto. E' gentaccia. Non esiste, deve morire, non si deve salvare nessuno di questi. Uno che si permette di vendere le partite deve prendere schiaffi tutti i giorni, da tutti».
Nel corso della giornata di ieri, il presidente sampdoriano ha chiarito le sue dichiarazioni, specificando: «Io ieri [1 Luglio, ndr] ho augurato la morte al calcio malato, non certo a persone fisiche: sono basito e dispiaciuto, perché un conto è la situazione radiofonica della Zanzara un altro il testo scritto». Le frasi, ha dichiarato Ferrero, sarebbero state pronunciate in un contesto puramente allegorico: «In radio parli per battute, ma certe parole, se scritte, poi vengono male interpretate. Io non ho nulla contro la persona fisica, non auguro la morte a nessuno perché la vita è un valore impagabile. Non ce l'avevo con nessuno direttamente, anche perché se avessi augurato la morte a qualcuno non avrei chiuso la conversazione dicendo che quel signore andrebbe preso a schiaffi tutti i giorni. Intendevo dire che deve morire il calcio malato, di cui ancora paghiamo le conseguenze, da Calciopoli ad oggi. Abbiamo perso svariati milioni di spettatori: non è possibile che noi facciamo tanto per regalare ai nostri ragazzi uno sport pulito, e poi arrivano quattro straccioni che lo sporcano»
(foto www.notia.it)
Elisa Lepone