Cronaca

Caso Bergamini, per i periti il calciatore fu prima soffocato e poi posizionato sotto il camion

COSENZA, 30 NOVEMBRE - Sono passati ventotto anni dalla morte di Denis Bergamini, il giovane centrocampista del Cosenza che il 18 novembre 1989 fu rinvenuto cadavere sotto le ruote di un camion sulla statale 106, nei pressi di Roseto Capo Spulico, nel cosentino. Oggi da una nuova perizia emerge che a provocare la morte del giovane calciatore non fu l’impatto con il mezzo, ma un’asfissia. [MORE]

Nessun suicidio, dunque. E indagine rimessa nelle mani del procuratore capo Eugenio Facciolla. A nulla sono valse le obiezioni sollevate durante l’incidente probatorio dai legali degli imputati: Isabella Internò, fidanzata dell’epoca del calciatore e per molto tempo accreditatasi come unica testimone oculare del presunto suicidio, e Raffaele Piano, l’autista del mezzo. Dopo oltre cinque ore di udienza, il giudice non ha avuto dubbi: l'inchiesta deve procedere. E a partire da un dato nuovo e concreto: Bergamini è stato ucciso e di questo, grazie alla superperizia richiesta dal procuratore capo Facciolla, ci sono le prove.

Quello dei periti - ha detto Facciolla - è stato “un lavoro egregio, eccellente dal punto di vista scientifico, e adesso guardiamo avanti”. “Siamo in piena fase di indagini preliminari, ma certamente oggi è stato fatto un grosso passo avanti”, si è limitato a dire il magistrato, opponendo un secco no comment a qualsiasi altra domanda. La perizia apre nuovi scenari: se Bergamini è stato strangolato, è da escludere che ad agire sia stata solo la Internò. Quel 18 novembre del 1989 con lei c’era qualcuno, qualcuno che per oltre 28 anni non solo è rimasto nell’ombra, ma è stato in grado di costringere tutti al silenzio. Allo stesso modo, la stessa o le stesse persone potrebbero aver costretto prima a collaborare e poi a tacere il camionista che secondo la versione ufficiale avrebbe travolto e ucciso Bergamini.

Dalla perizia sarebbe emerso che il corpo del calciatore - come del resto già messo in luce dall'autopsia - non sarebbe finito interamente sotto le ruote dell'autocarro, né sarebbe stato trascinato. Tutti elementi che, secondo indiscrezioni, avrebbero indotto gli investigatori a pensare che Piano sia stato minacciato e costretto a partecipare al delitto. Ipotesi che toccherà alla procura valutare ed esplorare, mentre le indagini continuano sotto stretto riserbo. “Oggi è stato fatto finalmente ciò che doveva essere fatto allora”, afferma alla fine dell’udienza Donata Bergamini, sorella del calciatore. "Si tratta di una morte negata per 28 anni, ma sono soddisfatta per il lavoro dei periti e per le spiegazioni che hanno dato. La prima verità è arrivata, perché mio fratello l’hanno soffocato, e adesso aspettiamo le altre”.

Claudio Canzone

Fonte foto: ilfattoquotidiano.it