Cronaca
Caso Baldwin: indagato l'assistente Dave Halls. Ecco perché
SANTA FE – 21 OTT. - La tragedia avvenuta il 21 ottobre scorso vede protagonista l’attore Alec Baldwin. L’uomo, al termine di alcune riprese del suo ultimo film, “Rust”, avrebbe sparato accidentalmente con l’arma di scena alcuni colpi di pistola, colpendo mortalmente la direttrice alla fotografia Halyna Hutchins, 42 anni, e ferito il regista Joel Souza, 48 anni, ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Santa Fe.
L’attore si stava esercitando ad estrarre l’arma dalla fondina nell’ambito di una scena. Secondo il regista, Baldwin, dopo aver estratto l’arma, l’avrebbe puntata verso la telecamera, dove si trovavano la Hutchins e lo stesso Souza. Proprio in quel frangente sarebbe partito il colpo mortale. Souza afferma che stava guardando la scena alle spalle della Hutchins e dopo aver sentito un forte colpo, la donna ha lamentato un forte dolore allo stomaco e al petto, per poi accasciarsi.
Secondo i dati della polizia, all’interno dell’arma c’erano, per l’appunto, proiettili veri. Dopo alcune domande, si è scoperto che prima di girare la scena, la troupe aveva usato la stessa arma per “giocare” a tiro a segno con delle lattine di birra.
Successivamente la pistola era stata consegnata da un’assistente, Dave Halls, direttamente a Balwin, completamente all’oscuro del precedente uso dell’arma. Secondo il “The Guardian”, Halls sarebbe stato oggetto di lamentele per la sicurezza sul set già nel 2019. Questa informazione viene dalla testimonianza di Maggie Goll, appartenente anch’essa alla troupe del film. La donna, anni prima, aveva protestato con i produttori di una serie televisiva per il comportamento di Halls, perché non aveva controllato il protocollo per l’uso sicuro delle armi sul set. Sullo stesso assistente ricadrebbe anche l’accusa di comportamenti sessuali inappropriati sul luogo di lavoro. Nelle ultime ore Halls ha ammesso di aver commesso i fatti di cui era accusato.
Inoltre, sono finite sotto accusa proprio le misure di sicurezza in gran parte assenti sul set, molto probabilmente dovute al budget del film molto basso (circa 5 milioni di dollari). In aggiunta, è venuto alla luce che la troupe assoldata per girare il film non sarebbe nemmeno iscritta al sindacato e trovata addirittura direttamente sul posto, a Santa Fe.
L’attore, profondamente scosso dal fatto, ha espresso il suo dolore su Twitter: “Non ho parole per esprimere il mio shock e la mia tristezza per il tragico incidente che ha tolto la vita a Halyna Hutchins, moglie, madre e nostra collega profondamente amata”.
Negli ultimi giorni, lo stesso Baldwin è stato sommerso da molti insulti, tra cui quelli di Candace Owens, conduttrice e attivista politica conservatrice. La Owens su Twitter ha scritto che Baldwin ha in qualche modo meritato la disgrazia dopo che l’attore aveva considerato Donald Trump e i suoi seguaci degli assassini. Il tweet dell’attivista contiene proprio la definizione di “giustizia poetica” nei confronti dell’attore. A rispondere alle offese e alle accuse sono state prima la figlia di Baldwin, Ireland, considerando la Owens “l'essere umano più disgustoso e cancerogeno che abbia mai incontrato” e successivamente la moglie Hilaria, che si è detta distrutta e che invita tutti al supporto del marito e della famiglia della vittima.
Il fatto dei giorni scorsi, però, ci riporta alla memoria un’altra tragedia, avvenuta il 31 marzo 1993. In questo caso si parla dell’attore Brandon Lee, figlio del famoso Bruce Lee. L’attore morì sul set durante le riprese del film “The Crow” (Il Corvo). Anche in questo caso l’arma di scena doveva essere caricata a salve, ma presentava all’interno un proiettile che raggiunse l’addome di Lee durante il ciak. Le indagini rivelarono che un calibro 44 era rimasto nella canna della pistola da una scena precedente. La pistola, che doveva sparare a salve e produrre soltanto rumore, aveva invece sparato l’ogiva.
In genere, sui set, si utilizzano armi finte, molto diverse da quelle vere, e solitamente vengono sostituite perché poco credibili. In questo caso, le armi vere vengono caricate a salve con cartucce che non contengono polvere da sparo all’interno. Tutte le armi di scena vengono prima controllate dal dipartimento dell’art direction, dagli assistenti alla regia e dagli attori stessi che la maneggiano, prima e dopo l’utilizzo. Gli esperti controllano anche la canna dell’arma dopo ogni sparo, rimuovendo detriti e polvere che potrebbero essere rimasti, proprio per evitare avvenimenti spiacevoli come questi.