Politica
Caso Alfano, il Pd voterà no alla sfiducia
ROMA, 18 LUGLIO 2013 - Il Pd non sfiducerà il ministro dell’Interno Angelino Alfano. La decisione è stata confermata in seguito all’assemblea del gruppo dei senatori del Partito democratico che si è tenuta alle 13 di giovedì a Palazzo Madama. L’esito della votazione è giunto intorno alle 15.30 ed il verdetto è stato pressoché unanime: i senatori del Pd hanno respinto la mozione di sfiducia nei confronti di Alfano prevista per venerdì sul caso kazako con 80 voti favorevoli, 7 astenuti e nessun voto contrario.
Hanno avuto ascolto quindi le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che aveva auspicato che il governo Letta proseguisse compatto.
«Domani voteremo ‘no’ alla richiesta di sfiducia», ha affermato Epifani. «Nel gruppo del Pd c'è stata una discussione seria –ha aggiunto Epifani-, sono molto soddisfatto per l'andamento dei lavori e della discussione. Mi sembra che il gruppo, praticamente all'unanimità con solo sette astenuti, abbia condiviso l'idea per la quale il governo deve andare avanti».
Tuttavia secondo Epifani è necessario che « i molti dubbi sul caso Shalabayeva vadano risolti perché è una vicenda grave che non sarebbe successa in nessuna altra parte del mondo».[MORE]
Anche Franceschini ha sostenuto che «dentro questo governo si sta in squadra. La faccia ce la dobbiamo mettere o tutti o nessuno, come si fa a non vedere che è un atto puramente politico? ».
Franceschini è stato accusato da Civati di aver minacciato espulsioni nei confronti dei senatori che avessero votato ‘si’ alla mozione di sfiducia : «Ha detto che chi non voterà a favore di Alfano deve andarsene dal Pd. Forse su un volo privato, con direzione Astana. Chissà. Sapevatelo. Se alla Camera si votasse, mi espellerebbero, dunque».
La replica di Franceschini non si è fatta attendere: «Adesso sono stanco di falsità e discredito interessato. Alla riunione dei senatori Civati neanche c'era e mi accusa di avere minacciato espulsioni. Cosa falsa che non ho né detto né pensato. Mi aspetto rettifica e scuse immediate da Civati».
Paolo Massari