Cronaca
Caso Aldrovandi: insulti alla madre su facebook. Il Viminale annuncia provvedimenti disciplinari
BOLOGNA, 26 GIUGNO 2012 - Non sembra esistere pace per la famiglia Aldrovandi. Dopo sette anni di sofferenza e a pochi giorni dalla condanna definitiva dei quattro poliziotti accusati, sul web volano gravi insulti contro Patrizia Moretti, madre di Federico, il diciottenne ferrarese ucciso nel 2005 dalle percosse di quattro agenti di polizia. Gli insulti arrivano dalla pagina Facebook dell’associazione “Prima difesa”, fondata da Simonetta Cenni per l’assistenza legale gratuita e incondizionata ai rappresentanti delle forze dell’ordine.
"Avete sentito la mamma di Aldrovandi... fermate questo scempio per Dio... vuole che i quattro poliziotti vadano in carcere.... sono una bestiaaa" così Simona Cenni, anche amministratrice della pagina Facebook del gruppo, commenta la sentenza dello scorso 21 giugno che ha condannato all’ultimo grado di giudizio i quattro agenti responsabili della morte di Federico Aldrovandi. In poco tempo sono comparsi molti post di risposta tra cui spiccano quelli di Paolo Forlani. Paolo Forlani è uno dei quattro agenti condannati, con lui Monica Segatto, Luca Pollastri e Enzo Pontani. "Che faccia da c… che aveva sul tg una falsa e ipocrita… spero che i soldi che ha avuto ingiustamente possa non goderseli come vorrebbe… adesso non sto più zitto dico quello che penso e scarico la rabbia di sette anni di ingiustizie" questo è uno dei post scritti da Forlani che continua "vedete, gente, non puoi fare 30 anni questo lavoro e essere additato come assassino solo perché qualcuno è riuscito a distorcere la verità. Io trovo chiunque a leggere gli atti e a trovare una prova che Federico è morto per le lesioni che ha subito".[MORE]
In risposta a queste esternazioni interviene, sempre su questa falsariga, un altro iscritto al gruppo, tale Sergio Bandoli che scrive "La madre, se avesse saputo fare la madre, non avrebbe allevato un 'cucciolo di maiale', ma un uomo". Accuse simili a Patrizia Moretti vengono rivolte anche da Forlani che rincara la dose aggiungendo "Noi paghiamo per le colpe di una famiglia che pur sapendo dei problemi del proprio figlio non hanno fatto niente per aiutarlo. Paghiamo per gli errori dei genitori". Sulla responsabilità dei genitori infatti fanno leva molti commenti, la stessa Cenni non si dissocia ma anzi si unisce al coro facendo addirittura della macabra ironia sull’inutile risarcimento di 2 milioni di euro ottenuti dalla famiglia Aldrovandi, “Federico ha dato tanto alla famiglia...DUE MILIONI DI EURO...Riposa in pace ragazzo, sapendo che se la tua famiglia ti avesse aiutato saresti ancora vivo".
Attualmente la pagina con questi commenti non è visibile perché è stata cancellata, ma non è sfuggita alla scrupolosa pagina Facebook dedicata a Giuseppe Uva (morto ammazzato nel 2008 mentre era sotto la custodia delle forze dell’ordine) i cui amministratori hanno provveduto subito a salvarne una copia. “Vogliono uccidere Federico non due, ma mille volte” ha detto Patrizia Moretti che ha sporto denuncia contro Forlani, Cenni e Bandoli. "I poliziotti negano l'evidenza di una sentenza della Cassazione. Ho paura. Spero che il ministro degli Interni prenda seri provvedimenti" ha aggiunto la donna, tra l’altro più volte querelata dallo stesso Forlani, le cui querele però sono state tutte archiviate. A sostenere la famiglia Aldrovandi e ad accusare duramente gli autori dei post offensivi si sono schierati Roberto Saviano e Nichi Vendola, quest’ultimo in particolare ha chiesto che siano presi dei seri provvedimenti da parte del Ministero degli interni. L’avvocato della famiglia Aldrovandi, Fabio Anselmo, si dimostra molto preoccupato e parla di vera e propria “emergenza democratica”. L’analisi di Anselmi infatti mette l’accento sul fatto che “gran parte degli interventi ingiustificabili che si leggono in alcuni forum provengono, come ammettono placidamente gli iscritti, da poliziotti. Le accuse che rivolgono sono figlie di una mentalità e di una cultura estremamente preoccupanti”. L’avvocato insiste e, facendo riferimento anche ai casi Cucchi, Uva e Diaz, afferma che le istituzioni dovrebbero preoccuparsi e allarmarsi per la violenza verbale che ha accompagnato questa vicenda, perché a volte chi indossa una divisa si sente in diritto di fare qualunque cosa.
La vicenda di Federico Aldrovandi è solo una delle tante che vengono comunemente definite omicidi di Stato. Il 25 settembre del 2005 Federico, di ritorno da un locale, fu incrociato in via Ippodromo a Ferrara, da una pattuglia della polizia con a bordo Enzo Pontani e Luca Pollastri. I poliziotti descrissero Federico come un “invasato violento in evidente stato di agitazione“, secondo la loro ricostruzione infatti il ragazzo li aggredì a colpi di karate senza alcun motivo. Furono chiamati i rinforzi e arrivarono Paolo Forlani con la collega Monica Segatti. I quattro poliziotti cominciarono il pestaggio e la morte di Federico, secondo la perizia, è da imputare ad “asfissia da posizione”, per la precisione i poliziotti, che con le ginocchia premevano contro il petto di Federico, hanno provocato la rottura del fascio di Hicks provocando un infarto. Durante i tre gradi di giudizio Federico è stato dipinto dall’accusa come un tossicodipendente a causa della bassa dose di anfetamine e alcol trovatagli nel sangue al momento della morte. Questa linea difensiva, che avrebbe voluto imputare la morte del diciottenne a un’overdose, è stata cavalcata anche dall’avvocato Ghedini, che il gruppo “Prima difesa” ha ingaggiato per difendere i poliziotti. Ma la condanna definitiva è arrivata dopo sette anni in cui la sua famiglia, con il sostegno delle famiglie Cucchi e Uva, ha ottenuto giustizia anche se in realtà giustizia vera non è stata fatta. I poliziotti sono infatti ancora in servizio e la condanna a tre anni di carcere è caduta a causa dell’indulto.
Patrizia Moretti ha però ottenuto una parziale giustizia in questa squallida vicenda di insulti e di totale mancanza di rispetto nei confronti del suo dolore e del povero Federico. È di pochi minuti fa un comunicato stampa del ministero dell'interno, con il quale si annunciano provvedimenti contro Forlani. “A seguito della pubblicazione delle frasi vergognose e gravemente offensive nei confronti della madre di Federico Aldrovandi pubblicate su Facebook – si legge nel comunicato - il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha disposto l’immediato avvio di un procedimento disciplinare per sanzionare l’autore del gravissimo gesto”.
(foto da www.dongiorgio.it)
Laura Lussu