Cronaca

l'Aquila, non fu il terremoto a distruggere la Casa dello Studente

L'AQUILA, 11 NOVEMBRE 2011 – Riparte la girandola di processi sui crolli all'Aquila e le aule di giustizia del capoluogo abbruzzese si riempiono di nuovi volti. A distanza di quasi due anni dalla scossa di terremoto che inghiottì la città, ieri si sono concluse le indagini per l'accertamento delle cause che nel 2009 portarono alla morte di 8 persone rimaste uccise nel crollo della Casa dello Studente.[MORE]

Sorto nel 1965 come edificio per l'abitazione civile, Palazzo Angelini ricevette due anni più tardi la garanzia di perfetta conformità alle norme per l'edilizia antisismica dagli Uffici del Genio Civile. Affidato per un breve periodo all'ENEL, l'edificio di via XX Settembre venne acquistato negli anni seguenti dall'Opera Universitaria con l'obiettivo di destinarlo all'utilizzo degli studenti universitari e nel 1989 il Comune decise finalmente di rilasciare al compratore la concessione edilizia. Nonostante le ingenti spese per l'acquisto e il mantenimento della struttura per mezzo di numerose opere di rifacimento, da allora nessuna verifica circa l’adeguatezza statica dell’edificio è stata mai portata avanti.

Errori di progettazione e mancati controlli sui materiali. Questo il verdetto raggiunto ieri dal Tribunale Penale dell'Aquila, che ha redatto una perizia in cui vengono elencati in dettaglio motivazioni e responsabili del crollo di Palazzo Angelini. Dal documento risulta infatti che sia al momento della progettazione iniziale del 1965 che a seguito delle numerose opere di restauro fino al cedimento strutturale, l'edificio non rispettava le norme antisismiche in vigore.

Andranno a processo dunque i responsabili del disastro di via XX Settembre, che non hanno ottenuto l'archiviazione del fascicolo come era accaduto a centinaia di altri indagati in casi simili in cui il tribunale aveva riconosciuto la violenza del terremoto come unica causa del crollo. Angelini, Opera Universitaria, ADSU e progettisti che hanno operato in fase di costruzione e restauro sono tra gli indagati che saranno prossimamente chiamati a rispondere delle loro colpe dietro il banco degli imputati.

Non lasciano spazio a dubbi le motivazioni addotte dalla perizia in merito alle dinamiche del crollo dell'edificio. Se nel documento si parla infatti di “insufficiente resistenza alle forze orizzontali” dei pilastri come fattore scatenante del cedimento strutturale, il referto sposta poi l'attenzione sull' “omissione di controlli che hanno interessato l’intero processo edilizio di Palazzo Angelini” che i periti hanno infine stabilito essere una “concausa significativa del crollo”.

Riccardo Marcucci