Cronaca
Carmine Gallippi, "Bossi dovrebbe festeggiare l'unità d'Italia più di qualunque altro"
Riceviamo e pubblichiamo
In 150 di storia c’è una sola vittima ed è il meridione.
CATANZARO, 08 GENNAIO - Dal messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica a ritroso sino a 150 anni or sono si ricordano solo ed esclusivamente appelli formali sul preoccupante divario tra nord e sud. Insomma, il pensiero non costa nulla. Bossi, dal canto suo, si pronuncia a favore della festa per l’anniversario solo dopo l’approvazione del federalismo. Eppure sia lui che i cosiddetti “padani” dovrebbero fare salti mortali e piroette per i benefici ricevuti da quelle terre che oggi vogliono rendere ancora più lontane.[MORE]
Era il lontano 1861 quando con la prima convocazione del Parlamento italiano e la successiva proclamazione Vittorio Emanuele II a re d’Italia venne concluso e compiuto uno di più grandi soprusi e che terre sottomesse ricordano. Il benemerito Garibaldi fu artefice, inconsapevole, dell’errore più grande che un uomo in buona fede possa fare, consegnare un regno a dei prepotenti, uomini privi di dignità morale.
Nel centocinquantesimo anno dell’unità d’Italia, sono in pochi che ricorderanno i veri patrioti (persone che realmente hanno dato la vita per i propri diritti), definiti con un unico nome: briganti (perché alla fine chi era contro gli invasori era definito tale e doveva semplicemente morire), che ebbero il coraggio di ribellarsi e combattere contro il nemico vero della nostra terra: i Savoia.
Uniti sotto il nome di Italia, con il sangue dei meridionali e i soldi, le ricchezze, degli stessi. Si amici cari, perchè alla fine la conquista delle nostre terre, ed il prezzo del massacro messo in atto, è stato pagato con le abbondanze della nostra gente e di quel meridione che oggi è peso per il padrone padano.
Troppa poca memoria, troppa poca voglia di ricordare o di capire. Forse, come spesso accade, la vittima finisce per ammirare il carnefice, ritenendo giusta la punizione inflitta e quindi in un certo senso il malfattore diviene liberatore e forse amico, se non eroe.
La verità è che un popolo di barbari e di stranieri, capaci di innominabili atrocità, hanno occupato, senza mai dichiarare apertamente guerra le nostre terre, trattandoci come pezzenti e trogloditi, sterminando intere generazioni e centinaia di migliaia di persone. Noi che sino ad allora eravamo una delle aree più fiorenti ed evolute di tutt’Europa ci trovammo a trasformarci nei decenni successivi in “primitivi” abitanti dell’ottocento. Credo sinceramente che mai nessuna nazione, nessun popolo, sia regredito tanto quanto noi in un solo decennio.
Oggi, giunti al festeggiamento del centocinquantesimo anno dell’unità d’Italia, festeggiamo con sorrisi e manifestazioni ciò che nemmeno i libri di storia vogliono raccontare; si perché anche quelli sono stati creati a dovere da persone che non volevano riferire veramente i fatti ma che volevano semplicemente giustificare l’accaduto come fatto necessario. Perchè infondo quei libri nascono sempre in terre non nostre e giustamente, per loro, non possono descrivere i veri fatti...altrimenti ci sarebbe un’insurrezione popolare di massa.
Purtroppo la storia è raccontata da chi la vuole fare conoscere e soprattutto da chi la vuole fare capire.
Ma veniamo a noi, parliamo del 2011. Ancora oggi, ad un secolo e mezzo dall’invasione, si parla di limitare il divario tra nord e sud. Vedete, mi pongo semplici domande, che a volte mi tolgono il sonno. Come fanno paesi come Cina, lndia ed altri definiti emergenti, che sino a poco tempo fa erano decenni in dietro, tecnologicamente e culturalmente, a divenire potenze spesso dominati nell’economia mondiale; e viceversa, come fa un’area di piccole dimensioni, quale il sud Italia a non riuscire a raggiungere, avvicinarsi, minimamente a quel nord che alla fine stenta anche a crescere a confronto di altre aree europee. La risposta che mi do è sempre e solo una: il governo centrale non vuole farci crescere, Roma definita “ladrona” (non definita da me, ma da un “padano” oggi ministro) ci illude di pensare a noi ma ci evita come la peste. Insomma, se veramente avessero avuto intenzione di incrementare il nostro Pil non avrebbero avuto problemi a farlo; e soprattutto veramente in pochi anni.
Vediamo se riesco a spiegare il gioco che ritengo esista e soprattutto venga utilizzato in maniera subdola. Le industrie (quelle rubate) stanno al nord, o quanto meno centro-nord; gli abitanti meridionali, come avviene ormai da 150 anni (chi sa come mai non prima) emigrano e portano forza lavoro e voti a settentrione. Riassunto: il centro-nord porta in grembo innumerevoli parlamentari, senatori, minisistri etc., decide e divide i fondi nazionali, e a noi solo briciole senza potere decisionale. Ora facciamo all’inverso: il sud Italia cresce, o quanto meno non viene ridimensionato storicamente, popolarmente ed economicamente; dunque, parlamentari, ministri e chi più ne ha più ne metta, tutti che rispondono a noi ed ai nostri interessi. I conti lascio valutare a voi se tornano o meno. Infondo il ragionamento quadra se pensiamo un attimo al peso che viene dato alla Sicilia (ovviamente in ambito di politica nazionale) che conta oltre cinquemilioni di abitanti.
Quindi, perché fare crescere realmente il sud?
Potrei dilungarmi a dismisura per dirvi che i partiti centrali, che hanno governato per decenni l’Italia ci hanno solo preso in giro, ma questo, magari, lo lascio valutare a tutti Voi.
Per il momento Auguro un buon 2011 a tutti i cittadini Catanzaresi e a tutti gli Italiani (soprattutto meridionali) che un giorno o l’altro, mi auguro, decideranno di avere la voglia e la volontà di riprendersi tutti quei diritti che gli sono venuti a mancare negli anni.
Auguri italia, Auguri Meridione.
Carmine Gallippi
Commissario Provinciale MpA