Salute

Cardiochirurgia: la Regione valorizzi l'eccellenza catanzarese

Riceviamo e pubblichiamo

CATANZARO - Sulla questione “Cardiochirurgia”, per la quale ringraziamo l’assessore Piero Aiello che ha replicato alle nostre recenti considerazioni, premettiamo subito e perentoriamente una cosa: non abbiamo interesse a fomentare litigiosità e polemiche; lo scopo ultimo e doveroso di chiunque intervenga su questo argomento dovrebbe essere quello di produrre impegno affinché si giunga a soluzioni adeguate per la salute dei calabresi. E la Cardiochirurgia rappresenta una priorità. [MORE]
L’assessore Aiello però, nella foga di difendere il governatore Scopelliti, ha dimenticato di rispondere al quesito fondamentale da noi posto, ovvero se la Cardiochirurgia catanzarese sarà smantellata (leggi traslocata) oppure – come è giusto attendersi – se sarà valorizzata, potenziata e messa nelle condizioni di produrre buona salute per tutti i calabresi. Senza girarci intorno col solito politichese, questo è il nocciolo della questione e su questo l’opinione pubblica attende rassicurazioni ufficiali e chiarificatrici dalla Regione Calabria. Ovviamente nel nostro ragionamento abbiamo più volte fatto menzione degli standard previsti a livello internazionale affinché una Cardiochirurgia funzioni davvero bene, ciò che esclude un ulteriore centro in Calabria e che reclama il potenziamento della Cardiochirurgia Universitaria catanzarese mirabilmente guidata dal prof. Renzulli il quale – pur nei limiti in cui si ritrova a dover operare (dieci posti letto, personale insufficiente) – garantisce annualmente più di quanto sia possibile realizzare, offrendo inoltre quel valore aggiunto rappresentato dall’offrire assistenza a quei pazienti cosiddetti difficili “rifiutati” da altre strutture.
Alla politica regionale si chiede semplicemente una cosa: fare la sua parte affinché l’eccellenza della Cardiochirurgia Universitaria non sia vanificata ma sia allineata allo standard nazionale. Come? Innanzitutto dotandola di una Terapia intensiva dedicata, giacché la struttura esiste già e bisogna semplicemente aprirla. Inoltre dimensionando in modo adeguato il personale; attualmente lavorano solo tre medici, preparati in anni e anni di esperienza sotto la guida del prof. Renzulli, i quali hanno un contratto a termine che il prossimo trentuno dicembre scadrà senza che essi conoscano ancora il loro imminente destino. Tutto questo cozza con gli sprechi su cui si continua a sprecare, per esempio con il pagamento che l’Ateneo continua ad erogare a “professori” non più operativi o addirittura mai presenti a Catanzaro. Evidentemente c’è qualcosa che non va. Siamo d’altronde consapevoli che non si possa addebitare solo a Peppe Scopelliti la colpa di tale situazione, giacché questa è figlia di un balordo e delinquenziale sistema di connivenze e trasversalismi che – mischiando interessi pubblici con quelli privati, passando da compari e baroni vari – affossa la sanità attraverso quel vergognoso intreccio tra élites di potere. Siamo coscienti delle varie responsabilità, a tutti i livelli di complicità, del passato e del presente. Ma oggi chiediamo alla politica regionale di dimostrare davvero quella svolta tanto decantata. Così come altre città calabresi sono indicate quali eccellenze in specifici campi della medicina, lo stesso si faccia per Catanzaro. Non si distrugga la Cardiochirurgia del capoluogo, ma la si rilanci ai massimi livelli: aumentandone i posti letto, il personale e sfruttando le strutture già presenti ma attualmente inutilizzate. La salute non è di destra o di sinistra, né può essere oggetto di affari in nome dei quali tacere a oltranza. La politica regionale intervenga e garantisca la sussistenza e la valorizzazione della Cardiochirurgia catanzarese a servizio e a beneficio di tutti i calabresi. Attendiamo pertanto un riscontro in merito da Scopelliti.

 


Raffaele Fabiano - Movimento Civico “Catanzaronelcuore”