Cronaca

Carceri, dopo condanna Strasburgo, Pisapia: "Serve Riforma"

MILANO, 09 GENNAIO 2013 - "La sentenza di condanna per l'Italia da parte della Corte di Strasburgo, sul tema del sovraffollamento delle carceri, era, purtroppo, prevista e prevedibile. Si conferma, ancora una volta, come una riforma complessiva del sistema penale, partendo dalla necessità di un nuovo Codice che sostituisca quello vigente che risale al periodo fascista, non sia più procrastinabile. Le carceri scoppiano e sono sempre più disumane, in aperto contrasto con l'art. 27 della Costituzione". In questo modo, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia commenta la sentenza della Corte Europea dei diritti umani che condanna l'Italia per il sovraffollamento delle carceri. [MORE]

Il Sindaco ha aggiunto, "Come ha giustamente ricordato il Garante dei detenuti del Lazio in Parlamento è ferma da tempo una proposta di riforma elaborata dalla Commissione ministeriale, che ho avuto l'onore di presiedere, composta da numerosi professori universitari, avvocati e magistrati. Salvo alcune indicazioni recepite a larga maggioranza, quella riforma non ha mai visto la luce, ma risponde esattamente a quanto chiede la Corte Europea dei diritti umani: il progetto di riforma del Codice Penale prevede, infatti, pene principali diverse da quelle carcerarie e quindi già irrogate dai giudici di merito, quali detenzione domiciliare, pene interdittive, pene prescrittive, messa alla prova anche per imputati maggiorenni, lavori socialmente utili o finalizzati al risarcimento dei danni. Il carcere, che è un'istituzione totale deve essere l'ultima ratio. Tutto ciò, naturalmente, non in presenza di reati di sangue o di gravi condotte penalmente rilevanti”.

Infine, conclude Pisapia, “Per quanto riguarda Milano tra pochi giorni sarà nominato il Garante dei detenuti, figura istituita in una seduta straordinaria del Consiglio Comunale che si è tenuto nel carcere di San Vittore lo scorso ottobre. Voglio anche ringraziare tutto il personale che lavora negli istituti di pena, dalla Polizia penitenziaria, al personale amministrativo, ai volontari, perché nonostante le difficoltà che vivono ogni giorno, si impegnano con grande umanità e senso civico per rendere concreto il recupero e il reinserimento sociale delle persone detenute e per la sicurezza all'interno delle carceri”.

Rosy Merola