Cronaca
Caporalato: i sindacati scendono in piazza a Bari
BARI - Nella mattina del 25 giugno, i lavoratori del settore agricolo sono scesi in piazza a Bari per dire "no" al caporalato e al lavoro nero in agricoltura.
[MORE]La manifestazione, svoltasi in occasione dello sciopero di otto ore proclamato dai sindacati confederali Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, ha visto la partecipazione di diecimila persone provenienti da diverse regioni italiane, secondo quanto rendono noto gli organizzatori. Numerosissi anche i giovani immigrati presenti al corteo.
"Il lascito del governo Renzi nei primi quattro mesi di quest'anno parla chiaro con un +69% di assunzioni a termine e un +154% di vaucher - ha osservato Stefano Mantegazza, segretario generale della Uila Uil, parlando ai giornalisti - stiamo assistendo a un Italia che è sempre più precarizzata, per questo manifestiamo oggi a Bari. Tre cartoline al Governo: basta voucher, basta lavoro nero che coinvolge oltre 400 mila persone, basta rinvii dei contratti provinciali agricoli, gli imprenditori non si sottraggano alla trattativa".
Luigi Sbarra, segretario della Fai Cisl, ha accusato Governo e Parlamento di non aver ancora approvato il disegno di legge "che inasprisce le pene per chi fa intermediazione illegale di manodopera. Mentre l'anno scorso si celebravano i fasti del made in Italy all'Expo di Milano, 13 persone sono morte sotto il sole lavorando in condizioni di sfruttamento e paraschiavismo".
"I ministri delle Politiche Agricole e del Lavoro - ha aggiunto Sbarra - a parole predicano contro il caporalato ma poi allargano l'utilizzo di vaucher in agricoltura: sono i veri 'caporali di carta' per sfruttare il lavoro di studenti e pensionati senza tutele e senza diritti".
Anche la segretaria generale della Flai Cgil, Ivana Galli, ha chiesto "un percorso parlamentare più veloce per il decreto legislativo a contrasto del lavoro nero in agricoltura. Se verrà approvato darà una risposta importante per contenere lo sfruttamento- ha affermato - è un fenomeno che ormai determina una economia parallela malata, diffuso allo stesso modo al Nord e al Sud e che si adegua rapidamente alle nuove regole del mercato del lavoro, per questo va affrontato con urgenza".
Al termine della manifestazione, i comizi dei tre segretari nazionali sono stati preceduti da un intervento del vedovo di Paola Clemente, la lavoratrice pugliese morta sul lavoro lo scorso anno mentre lavorava nei campi.
Daniele Basili