Caporalato: intercettazioni operazione Demetra. I braccianti venivano chiamati 'scimmie'
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
Caporalato: i braccianti venivano chiamati 'scimmie'. Le intercettazioni dell'operazione Demetra della Guardia finanza
COSENZA, 10 GIU - "Domani mattina le scimmie le mandiamo lì. Restiamo 40 persone". Sono alcune delle frasi intercettate dai finanzieri di Cosenza che questa mattina hanno eseguito sessanta misure cautelari nell'ambito dell'inchiesta denominata "Demetra", che ha individuato due gruppi dediti allo sfruttamento illecito della manodopera e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nella piana di Sibari.
I "caporali", appartenenti al primo sodalizio criminale, composto da 47 persone, gestivano i rapporti con le aziende. I braccianti percepivano 80 centesimi a cassette di agrumi raccolte e tendenzialmente a questo tipo di lavoro erano destinati pakistani o uomini provenienti dall'Africa. Per la raccolta delle fragole venivano impiegate, invece, donne dell'est Europa che ottenevano come compenso 28 euro al giorno, ai quali venivano detratti i costi di trasporto e vitto, nonostante le condizioni di lavoro fossero comunque disumane.
Comandante Gdf Cosenza, cancellata piaga sociale Oltre duecento lavoratori sfruttati e lesi nella loro dignità
"Abbiamo individuato oltre duecento lavoratori sfruttati e lesi nella loro dignità. Questa indagine mette fine ad una situazione di illegalità che rappresenta una vera e propria piaga sociale, ma anche economica, perché falsa la leale concorrenza tra le imprese e lede profondamente la dignità umana".
Lo ha detto il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, col. Danilo Nastasi, durante la conferenza stampa per illustrare i dettagli dell'inchiesta "Demetra" contro due gruppi criminali che gestivano un'attività di caporalato concentrata, in particolare, nella Piana di Sibari, "Non lasciavano nulla al caso, era una vera e propria rete ben strutturata", ha detto il ten. col. Valerio Bovenga, Comandante del Gruppo di Sibari.
"Questi braccianti - ha aggiunto - oggi vedranno venir meno quella paga misera che ricevevano, ma non dimentichiamo che sono soggetti sfruttati, tenuti in contesti degradanti e fatiscenti, ed erano considerati come oggetti di proprietà dei caporali e delle aziende"