Estero
Capitali russi, dalla crisi cipriota alla lotta all'evasione
MOSCA, 4 APRILE 2013- C'è una vittima eccellente, dimenticata ma non troppo, che è stata considerata negli scorsi giorni la grande protagonista nascosta della crisi cipriota: è una Russia di ricchi magnati, che a Cipro, piccolo paradiso fiscale, poteva sfuggire al controllo delle rigide normative statali sui grandi capitali.
A quella parte della popolazione, duramente colpita dai prelievi forzosi, ed in preda, come era facile prevedere, ai più grandi malumori, si è rivolto oggi Vladimir Putin, con un lungo discorso alla nazione che tira in ballo nomi del calibro di Aleksandr Solzhenitsyn e Lenin.[MORE]
Come ricordò più volte l'autore di "Arcipelago Gulag",“essere un patriota vuol dire per prima cosa servire nel proprio Paese"; chi serve il proprio Paese, continua Putin, deve dimenticare necessariamente certe pratiche che piacciono tanto ai ricchi manager, e che includono evasione, conti off-shore, corruzione e affini.
A Cipro, e qui il vice premier Igor Shuvalov chiama in causa Lenin, "si stava rubando ciò che era stato già rubato”, perché quei capitali oggetto di prelievo forzoso non sono che ingenti somme di denaro fuggite verso l'isola per evitare le tasse, rubate, in primo luogo, al governo russo.
Nel day-after della crisi cipriota, a Mosca, il mondo politico si interroga sulla necessità di rivedere la normativa sulla trasparenza, a gran richiesta di un importante numero di cittadini; dopo anni, così, il Presidente Vladimir Putin riprende una crociata contro due vizi storici nel gigante euro-asiatico, facendo della battaglia alla corruzione e all'evasione un nuovo baluardo governativo.
Via Vladimir Pekhtin, ex-capo della Commissione Etica della Duma, reo di non aver dichiarato tre appartamenti a Miami; avvisati deputati, manager e dipendenti pubblici, che entro il 1 luglio, dovranno dichiarare per legge tutti i conti all’estero, le proprietà immobiliari e l'origine dei finanziamenti, in un'operazione che coinvolgerà quasi un milione e mezzo di persone, tra magnati della finanza, industriali, avvocati,giudici e politici.
Per questi ultimi, poi, arriva l'obbligo di presentare il rendiconto completo dei redditi 2012 anche per i parenti più stretti; qualora si registrassero conti all'estero, i "colpevoli" dovranno riportare immediatamente i capitali in patria, o rinunciare al posto per "tradita fiducia".
Fattibile? No di certo, rispondono i cittadini, che ricordano come spesso la guerra all'evasione sia stata usata per agire contro personalità scomode al Cremlino; ci vorrebbe una gran dose di coerenza e trasparenza, insomma, per risolvere un problema che il 46 per cento dei Russi considera prioritario tanto quanto il rilancio dell'economia.
(immagine da: www.cbc.ca)
Simona Peluso