Canoni idrici evasi per 7 milioni. Segnalati 31 dipendenti pubblici per un danno erariale
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BOLOGNA, 29 GENNAIO - Canoni idrici non versati per quasi 7 milioni di euro e 31 dipendenti pubblici segnalati alla Procura regionale della Corte dei Conti per un danno all'erario di oltre 8,3 milioni di euro. Sono questi i numeri di una vasta operazione eseguita dalla Guardia di Finanza di Bologna, denominata "Acqua cheta", a tutela del bilancio della Regione Emilia Romagna. [MORE]
Nell'ambito dell'operazione, i militari hanno scoperto diversi casi in cui l'erogazione di acque pubbliche avveniva in assenza di concessioni o per usi diversi da quelli consentiti.
I militari del gruppo Tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna hanno passato al setaccio le pratiche in possesso dell'Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia dell'Emilia Romagna (Arpae), a cui sono oggi demandate le funzioni di concessione, autorizzazione, analisi, vigilanza e controllo in materia di acque pubbliche.
A seguito dei controlli, le fiamme gialle bolognesi hanno constatato, in relazione al periodo compreso tra il 2001 e il 2017, mancati versamenti di canoni idrici per complessivi 6.978.114 euro.
In particolare, nel corso di ispezioni per verificare le modalita di gestione della risorsa idrica presso due consorzi di bonifica della provincia, i finanzieri hanno rilevato diverse irregolarità nelle forniture di acqua per usi diversi da quelli irrigui in agricoltura, avvenute in assenza di titoli autorizzativi o con modalità difformi dalla normativa vigente.
Secondo il quadro accusatorio, i consorzi al centro delle verifiche avrebbero distribuito risorse idriche ad una serie di soggetti - in prevalenza societa di capitali - anche per finalita industriali, antincendio, igienico ambientale, il tutto in assenza di atti autorizzativi idonei e, quindi, senza il versamento dei rispettivi canoni da parte degli utilizzatori alla Regione Emilia Romagna.
Gli esiti delle attivita delle Fiamme gialle sono ora al vaglio della Procura regionale della Corte dei conti di Bologna, alla quale sono stati deferiti 26 pubblici dipendenti con ruolo direttivo e dirigenziale, preposti - a vario titolo - alla gestione del demanio idrico regionale, nonchè cinque dirigenti regionali, che nel tempo non avrebbero provveduto a definire le strategie necessarie per superare le criticita stratificatesi nel corso degli anni, con conseguente lievitazione dei costi dell'apparato burocratico di ulteriori 1,3 milioni di euro.
Daniele Basili
immagine da sienanews.it