Societa'
Campania: i nuovi poveri sono i 50enni divorziati
NAPOLI, 4 FEBBRAIO 2015 - I nuovi poveri del 2015 in Campania sono i divorziati di 50 anni. Questo il quadro emerso dal Dossier Caritas. "La Chiesa non può supplire alle deficienze delle Istituzioni che non sempre hanno la preoccupazione di realizzare una politica per le fasce più deboli". Così l’Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, in occasione della presentazione del dossier regionale sulle povertà realizzato dalla Caritas. Il cardinale Sepe rivolge un accorato appello a coloro che " hanno le responsabilità politiche, economiche e amministrative a compiere il proprio dovere e a tenere conto, in ogni tipo di programmazione, di chi ha maggiormente bisogno, i poveri tra i poveri". Il monito rivolto dal cardinale non è il primo: più volte ha sollecitato le istituzioni ad intervenire a favore di chi è in difficoltà: "È mio dovere morale come vescovo e cittadino continuare a farli. Le istituzioni, ha aggiunto, a volte dimenticano chi vive in condizioni di abbandono totale. Sepe ha poi sottolineato il fatto che " la Chiesa "anche volendo, da sola, non avrebbe le possibilità materiali per affrontare l’emergenza povertà che cresce sempre di più".
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Se si guarda all'andamento generale, la Campania si posiziona al penultimo posto per reddito pro capite, subito dopo la Calabria. 23 famiglie su 100 vivrebbero in condizioni di povertà. Le stime arrivano dal rapporto stilato dalla Regione sulla povertà, che ogni anno ci fornisce i dati in collaborazione con l'arcidiocesi di Napoli. Secondo i dati, illustrati da Ciro Grassini curatore del dossier, il reddito pro capite in Campania è pari a 16.369 euro annui rispetto al dato nazionale che si attesta su 25.713 euro e al dato riferito al Mezzogiorno pari a 17.416. Il rapporto, realizzato mettendo insieme i dati, riferiti al 2013, raccolti da 16 diocesi su 24 e analizzando le richieste delle 11 mila persone che si sono rivolte ai Centri di ascolto Caritas (CdA), evidenziano come, con la crisi economica, sia cresciuta la percentuale di italiani in difficoltà che si rivolgono ai CdA. Se prima della crisi gli italiani costituivano il 38 per cento dell’utenza, nel 2013 sono il 60 per cento. I nuovi poveri, quindi, sono i cinquantenni, soli e divorziati.
Un dato davvero allarmante è dato dalla percentuale degli uomini padri di famiglia di età compresa tra i 45 e i 54 anni "esclusi dal mercato del lavoro": circa il 28,1% si rivolge alla Caritas per chiedere aiuto. In particolare, sono coniugati (51,1%), persone che per difficoltà economiche vivono con familiari o parenti (68,3), ma anche anziani (8,8 per cento), senza fissa dimora (6,4%), disoccupati (72,1%), persone che hanno un titolo di studio pari o inferiore alla licenza media (38,1%) e che, di conseguenza, hanno difficoltà a trovare un'occupazione. Il 69% vive in condizioni di "povertà economica" e il 34% rivolge ai CdA Caritas per mangiare e per le esigenze primarie. Ovviamente, la causa principale di questa "povertà" resta come sempre la mancanza di lavoro: in Campania solo il 39% della popolazione ha un'occupazione, di cui il 28% delle donne lavora, rispetto al 51,5% degli uomini. Mentre il resto del sud si attesta al 42% su una media del paese del 55,1%.
(foto:eolopress)
Filomena I. Gaudioso